L’IMU è uno dei simboli
di conflitto di classe in atto in Italia.
Il PDL sa che l’80% del gettito fiscale derivante da
quest’ultima lo pagano in gran parte i loro elettori: agiati e borghesi della
società italiana e quindi ne ha fatto e ne fa il suo cavallo di battaglia
politico-elettorale.
Invece, a mio avviso, la priorità deve essere, e non è
purtroppo il caso, perché il governo è quello delle “larghe intese”, alla
riduzione delle disuguaglianze sociali e alla strisciante disoccupazione, accentuatesi
sin dall’introduzione dell’euro, e causate dalle passate politiche e dalla
crisi economica che ha investito il pianeta e il sistema capitalistico e
finanziario guidato dagli USA. L’IMU davvero rappresenta un simbolo : la devono
pagare certo i più ricchi e coloro che evadono il fisco e intestano le loro
proprietà ai prestanomi, e non va tolta, anzi va rimodulata, come si usa dire. Questo
è il contratto sociale che va stipulato e Rousseau c’insegna qualcosa: chi fa
il furbo è fuori dalla società. Lo Stato deve fondarsi sull’onestà, se
quest’ultima non c’è, lo Stato non esiste né la società prospera. Ma, ahimè, in questo paese, si può
oggi dire tutto, meno che la parola amore dello Stato e rispetto delle leggi. La
prima rivoluzione da fare in Italia è restituire rispetto alla cosa pubblica e speranza
alla gente che oramai si sente smarrita e amareggiata da una classe politica
fallimentare ed incapace.
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