J’accuse del 22/02/14
sui fatti dell’Ucraina
Quello che succede in Ucraina oggi merita un’attenta
analisi.
Da qualche tempo gli europei e gli americani si sono
lanciati alla riconquista di alcuni bastioni persi e ritenuti preziosi.
Gli americani col presidente Bush inventarono la storia
delle armi di distruzione di massa e occuparono cosi l’Iraq e i suoi giacimenti
petroliferi. Poi venne il turno della Libia dove
la Nato andò oltre il mandato
dell’ONU, sostenendo e bombardando i il regime di Gheddafi. Fu quella la volta
in cui i russi e i cinesi presero coscienza del nuovo volto della politica
estera delle cancellerie occidentali. In nome della libertà e della democrazia,
si occupano alcuni e si cambiano i regimi politici e il corso della storia. I
fatti odierni dell’Ucraina s’inseriscono in questo nuovo contesto che chiamerei
con le mie parole: Colonialismo a distanza, ossia un ritorno a dominare alcune
aree del mondo sfuggite al mondo occidentale, a seguito di determinati sviluppi
politici. La guerra fredda ne è ricca di esempi. Molti paesi che facevano una
volta parte dell’unione sovietica e del patto di Varsavia sono oggi membri
dell’Unione europea e della Nato. Ma l’Ucraina è un caso a parte, perché metà
della popolazione è filorussa e l’altra meta vuole l’Unione europea e
la Nato. Mosca però non ci sta a
questo astuto gioco condotto dalle cancellerie occidentali nel sostegno
politico e propagandistico ai cosiddetti insorti: lo stesso sporco gioco
condotto in Siria col sostegno alle opposizioni. Perché l’Ucraina deve far
parte di un’Unione quasi fallimentare? L’Unione europea è in mano alle banche e
alle massonerie e non ai popoli e il macello che sta per succedere in Ucraina
ne è il risultato. Attenzione però una guerra civile ucraina minaccerebbe l’intera
Europa e la pace mondiale, perché l’Ucraina potrebbe diventare
la Siria europea con la sua
nuova guerra civile. E qui la pazienza dei russi potrebbe finire. Quello che
osservo qui è il cinismo e il machiavellismo che caratterizza la nuova politica
estera espansionistica e fallimentare delle cancellerie occidentali.
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