Come sappiamo la legge elettorale
è stata approvata finora dalla sola Camera dei deputati. Ma perché diventi una
legge della Repubblica italiana occorre che venga approvata anche dall’altra
Camera: il Senato, appunto. Questo bicameralismo perfetto fu introdotto dai
padri costituenti, i quali volendo prevenire altre dittature e tragedie al
paese, decisero allora di conferire ad entrambi le camere poteri uguali. Le
ragioni storiche e politiche di questa scelta erano ben comprensibili e
accettabili allora. Ora si vuole cambiare quest’assetto costituzionale, appunto
perché la modernità e la gravità delle problematiche che si pongono davanti al
paese, impongono che le decisioni siano rapide ed efficaci. Io mi trovo
perfettamente d’accordo ad abolire il bicameralismo perfetto e a trasformare il
Senato in una Camera con poteri consultivi e propositivi. Il paese Italia ha
bisogno di riforme vere e soprattutto profonde. Ma questa profondità e verità
non si riscontra assolutamente nel testo della legge elettorale varato dalla
Camera dei deputati. Il fatto che la nuova legge non consente ai cittadini di
scegliere i loro rappresentati e quindi scarta la possibilità delle preferenze,
ci ripiomba dritto nel porcellum. La verità è che i partiti non vogliono
mollare i loro privilegi. Sarebbe troppo rischioso per loro mandare al
parlamento nazionale, ossia, come si vuole riformare: all’assemblea nazionale
italiana, mutuando la terminologia dalla letteratura politica francese, gente
libera, audace e combattiva. Si vuole, in verità, continuare a governare il
paese con il classico metodo del bastone e la carota: deputati obbedite al
vostro partito o il partito vi escluderà e non vi farà eleggere un’altra volta.
Vergogna! Non sono affatto d’accordo, è un’offesa alla dignità degli uomini.
Tra l’eletto e l’elettore, nelle autentiche democrazie, ci deve sempre stare un
ponte di fiducia e di comunicazione. Quando esso è assente, tali presunte
democrazie, come si sta cercando di fare, sono proprio, e non esiste un altro
termine per definirle, delle vere pseudo democrazie.
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