J'accuse del 26 / 07/14 sulla Conferenza diplomatica di Parigi e la disinformazione in relazione al conflitto di Gaza.





Come si dice, “quando scoppia un conflitto armato, la prima vittima è la verità”. Oggi si riunisce Una Conferenza diplomatica a Parigi a cui partecipano le maggiori cancellerie occidentali ed alcuni paesi secondari come il Qatar e la Turchia.
In verità che cosa possono fare questi diplomatici ancora per fermare il genocidio del popolo palestinese, siriano, iracheno, libico…, ecc? La lista più passa il tempo e più si allunga. Probabilmente l’anno prossimo ci troveremo anche il Marocco, l’Algeria, dato che hanno ancora un contenzioso in sospeso da risolvere, causato proprio da quelle spartizioni coloniali, e direi da quello spirito coloniale, che ancora guida e illumina le loro azioni e programmi, e soprattutto le Pax ingiuste che hanno stabilito e che vogliono ancora imporre ai  popoli colonizzati, a partire dal popolo palestinese.
Mi rammarica dire che questa Conferenza di Parigi, promossa proprio da quelle potenze ex - coloniali, responsabili di aver creato lo Stato israeliano e quindi concorso alla Nakba- cioè alla diaspora del popolo palestinese- se, oggi, qualcosa possono fare:  è presentare le scuse alla nazione araba, ridare la terra e i diritti legittimi ai palestinesi ed indennizzarli per tutti gli orrori che Israel aveva commesso nei loro confronti. E non ci fermeremo qui, bisogna che questi stessi paesi occidentali istituiscano un nuovo tribunale di Norimberga per giudicare i criminali di guerra israeliani, alla stessa stregua e rigore, usato con quelli nazisti. Direi a questo punto si potrebbe pensare che stiamo vivendo in un mondo giusto, un mondo dove regna lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani. Vorremo che questo pensiero non fosse solo un’utopia, ma una realtà. Ma, ahimè, crediamo che i diplomatici continueranno a mentire e a proteggere lo Stato d’Israel: creatura dei paesi occidentali. La disinformazione continuerà, anche questa volta. La Resistenza palestinese doveva essere convocata a questa conferenza in relazione alle sue realizzazioni sul campo. Occorre riconoscerla e riconoscere i diritti del popolo palestinese e il primo fra questi: il diritto alla vita, ad una patria, ad un governo nazionale e alla dignità di cui godono tutti gli altri popoli. Solo la Resistenza palestinese è riuscita a dare un nuovo risalto alla questione dell’oppressione e dell’occupazione di cui è oggetto, mentre i diplomatici e i primi ministri europei dormivano in tutti questi anni. Ora si riuniscono per decidere che cosa? L’opinione pubblica araba e occidentale oramai sanno. Sanno l’intera verità: i sionisti si comportano alla stregua dei nazisti tedeschi, e solo la Resistenza e le armi possono fermarli. Il problema qui non è difendere gli ebrei o i palestinesi. Ho visto qualche giorno fa in un programma della televisione francese France 24  una giornalista israeliana  condannare il suo governo per i bombardamenti contro i civili e un uomo politico egiziano difenderlo. E’ assurdo, come vedete. Siamo di fronte ad una strumentalizzazione del conflitto e alla pura disinformazione. I veri ebrei, figli del libro sacro, non possono non condannare il loro governo israeliano. Lo sostengono coloro che hanno la coscienza sporca, coloro che sanno che quella terra non è la loro e che loro sono in verità degli occupanti. Vorremmo infine stringere la mano a quella giornalista israeliana e magari abbracciarla e ringraziarla per l’alto esempio di umanità che ha dato al suo popolo e a tutti noi: non bisogna aver paura della verità, anche quando tocchiamo i nostri stessi interessi. La verità si coniuga con la giustizia, così come la terra agli uomini a cui appartiene. Separali è come separare il cielo dalla terra.



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