Non c'è dubbio
che la motivazione principale che assolve il signor Berlusconi è troppo fiacca
e direi molto discutibile dal punto di vista giuridico e
logico-razionale. Questo
assume volente o nolente i connotati espliciti di un regalo politico, il
cui fondamento è stato posto forse nel patto del Nazzareno? Perché? Perché la
riabilitazione politica del Cavaliere è stata una grande operazione politica
che ha visto concorrere il vecchio establishment e, direi alcuni settori (?)
che avevano visto nella fine politica del signor Cavaliere, la fine del sistema
bipolare così come è stato concepito da vent’ anni a queste parti. Il
crollo della cosiddetta destra italiana avrebbe sicuramente avvantaggiato il
movimento cinque stelle e lo avrebbe legittimato a diventare una forza politica
alternativa al partito democratico: cosa che si vuole evitare, perché il
M5S è ancora visto purtroppo dai notabili dello Stato, dai vecchi partiti
politici come una forza eversiva. Mi ricordo benissimo dell’accusa fatta dal
Berlusconi a Grillo durante la campagna elettorale: “Grillo è un assassino!”.
Alcuni l’hanno paragonato ad Hitler. Roba da far indignare e più che altro
ridere. Noi viviamo purtroppo in un paese dove si sta cercando di far di tutto
purché il personale politico, erede del vecchio establishment rimanga al suo
posto e mantenga quegli interessi sia della finanza internazionale e delle
banche, sia di un’Europa, a direzione tedesca, in mano alle massonerie
finanziarie e alle banche, i quali in definitiva, non hanno a cuore le
sofferenze dei popoli europei e la grande crisi che sta mettendo in ginocchio
grandi e piccoli, ricchi e poveri, immigrati e popoli extraeuropei che non
capiscono perché l’Europa sta facendo questa fine: Quello spazio economico e
sociale che era destinato a diventare florido ed esemplare sta assomigliando
sempre di più ad un luogo di depressione, di recessione e di conflitti sociali
e politici sempre crescenti.Questo ce la dice tutta sull'attuale compagine
governativa: sul ruolo di alcuni (?), ed in definitiva sul rispetto di un
principio basilare sul quale si regge ogni democrazia: ossia l'uguaglianza dei
diritti.
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