Se il sindacato facesse il sindacato, il governo facesse il
governo e le altre istituzioni dello Stato facessero bene i loro compiti
istituzionali, avremo un paese normale e magari diverso da quello che abbiamo
visto finora. Invece fino a qualche settimana fa non si capiva se il partito
democratico e la CGIL
erano una cosa sola, se una parte della magistratura politicizzata era
apertamente schierata con il partito democratico…, e se la Repubblica italiana era
una repubblica parlamentare o presidenziale. Ci sono tanti fatti che non
capiamo bene e che i costituzionalisti o gli storici chiamano come evoluzione
della vita parlamentare, istituzionale del paese. Se d’evoluzione si tratta è
un’evoluzione peggiorativa della democrazia italiana, sempre ostaggio di un
mosaico di destre dominate dalla figura molto discutibile e immorale del
Cavaliere Berlusconi e di una sinistra sinistroide che non rappresenta più il
mondo del lavoro, le classi più deboli della società e soprattutto quegli
ideali di fratellanza, di uguaglianza che sono i pilastri e i principianti
fondanti del socialismo europeo. Oggi, però, con l’acuire della crisi tutta
sembra evolvere. La CGIL
si è svegliata dal lungo sonno e da qualche settimana si sta mobilitando contro
le scelte politiche del governo e in primis il Job Act, Renzi, oggi stesso esce
con una dichiarazione assai curiosa: “il mio governo sta dalla parte dei
deboli”. Si sta accorgendo forse che sta perdendo consenso. Sicuramente di sì.
Noi ti diremo caro Renzo, che sarà la crisi e le tue scelte non coerenti con
gli ideali della sinistra che affonderanno il tuo governo. Una cosa chiara
emerge però in questi 8 mesi del tuo governo: tante chiacchiere e pochi fatti.
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