J’accuse del 23/12/14 sul colonialismo spagnolo in Marocco. Ceuta e Melilia- Inchiesta di Piazza pulita.
Ieri nella punta di Piazza pulita andata su la 7, una delle
giornalisti di Corrado Formigli ha trattato il problema dell’immigrazione
clandestina e la conseguente repressione usata da parte delle autorità marocchine nel
fermarla, sul confine che separa il Marocco dalle due enclavi, colonie
spagnole, ancora sotto la sovranità di Madrid, ancora, e lo ripeto, nel terzo millennio. Mi ha
adirato proprio un’espressione poco corretta e indice di poca sensibilità e
cultura da parte della medesima giornalista, il cui nome ignoro, che
qualificava tali enclavi come "gli ultimi pezzetti dell’Europa in Marocco".
Insomma, si può essere così idioti e così poco giusti verso la storia? I pezzetti dell'Europa in Marocco. Gli algerini sarebbero contenti nel sentire ciò! E’
questo è stato il primo autogol! Questa
denuncia si basa su una confessione di un militare della guardia civile che ha
accusato il Marocco di praticare metodi duri contro gli africani, candidati
all’immigrazione clandestina, che cercano d’infiltrarsi nelle due enclavi, metodi
duri qualificati come contrari al rispetto dei diritti umani e a quelli dei
profughi che sono protetti dalle convenzioni internazionali. Insomma sosteneva
il militare spagnolo la cui faccia era coperta da un velo, che il Marocco viola
tali diritti, vite e trattati. Però, in tutta questa faccenda il problema dei
problemi, che è la fonte di queste tragedie non è stato affrontato e qui vale a
dire: l’occupazione delle due città marocchine da parte della spagna. Vorrei
ribattere a quella giornalista dicendole che quei territori sono dentro il
Marocco e la Spagna
ce li deve restituire prima o poi. Quanto all’immigrazione degli africani in
Europa, la Spagna
è la prima a violare i diritti dei profughi, costruendo quel filo spinato e
elettrico che uccide quei poveri cristi. Se non ci fosse quel muro, non
sarebbero stati richiamati tanti disperati dal Sahel e dalla profonda Africa.
Ma sappiamo bene nemmeno il mare Mediterraneo li ferma. Qui occorre agire in
loco in collaborazione con le autorità dei paesi della riva sud del
Mediterraneo, che sicuramente sono i primi a ricevere queste orde il cui flusso
non si ferma e le cui problematiche sulla sicurezza e l’ordine pubblico sono
enormi. A Corrado Formigli inviterei a sentire non solo i militari della Guardia
civil spagnola ma anche i gendarmi marocchini e la gente che aiuta questi
poveracci a cui una soluzione va data, ma non sempre, a mio modesto avviso,
deve essere quella dell’emigrazione.
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