Il critico inglese John Berger
parla così dell’evoluzione del linguaggio artistico: “L’arte
del passato non esiste più nelle forme in cui esisteva un tempo. La sua
autorità si è persa. Al suo posto vi è il linguaggio delle immagini. Ciò che
conta ora è chi usa questo linguaggio e a quali fini.”. Sì il linguaggio delle
immagini! Perché l’uomo della post-modernità
ha saputo usare bene l’immagine per attrarre e raggiungere così i suoi
fini. Noi siamo quotidianamente bombardati dalle immagini che vediamo nei
media, sui pannelli pubblicitari, sui
libri e le riviste…dappertutto, c’è qualcuno che vuole comunicarci qualcosa o
convincersi di un’idea, di un programma d’azione, di una nuova merce , di un
nuovo soggetto politico o magari, mi azzarderei fino a dire di una nuova
religione delle immagini. E’ una guerra delle immagini, quella a cui assistiamo
ogni dì del signore. E’ bello prendere cura della propria immagine, anzi direi
un dovere e istinto naturale. Chi non cura la propria immagine dovrebbe porsi
delle grandi domande. Se l’uomo è fatto
ad immagine e somiglianza del suo creatore. Allora l’immagine diventa la
chiave, lo specchio per capire ciò che siamo e ciò che non siamo. Ma l’immagine
può anche essere ingannevole. E attenzione quanta laidezza potrebbe dissimulare
un’immagine apparentemente bella. Il vero esteta, tuttavia, è colui che sa
associare alla bellezza interore quella esteriore. Tornando alla massima del
critico Berger, la trovo veritiera e
attuale. A noi uomini mortali e cercatori di bellezza, adattarsi ma con tutte
le riserve del caso.
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