Povero Eric Garner! E’ morto schiacciato dal peso di cinque
poliziotti che lo dovevano arrestare: Egli gridava e supplicava: i can’t
breathe…, i can’t breathe, i can’t breathe…, mentre i suoi aguzzini in divisa, e
qui userei le parole adeguate per descriverli: mentre quelle bestie senza cuore
lo uccidevano ignari del suo dolore e la sua agonia. Che dire? E’ una vergogna
andata quasi in diretta sui media americani e mondiali. La domanda che ci
poniamo però qui davanti a questo caso all’estremo della violenza e
dell’orrore: è che come mai il sistema americano non riesce ad essere giusto e
umano con i suoi cittadini? Come mai nonostante le ripetute violenze e
assassini a danno dei neri americani, l’America non riesce a correggere la sua
rotta e a ridare fiducia ai suoi cittadini a credere nelle istituzioni preposte
a vegliare sulla loro sicurezza e sulla pace interna della nazione? E’ un
grande fallimento e l’America così dimostra le profonde contraddizioni e
disuguaglianze che la caratterizzano nonostante essa stessa si spacci davanti
ai popoli d’essere una nazione democratica e rispettosa dei diritti umani.
Questa stessa anomalia caratterizza la sua politica estera e questo lo vediamo
da oltre vent’anni dove il ricorso alla forza e il sostegno dato alle dittature
amiche e ai sionisti, in nome dei suoi interessi strategici e della sua
sicurezza nazionale, le ha procurato tante guerre e tanti danni, pagati proprio
dal popolo americano, dai ceti più bassi, che oggi a Ferguson, in Texas, a New
York, e a San Francisco protestano contro questo sistema iniquo e violento. Al
presidente Obama serve oggi una rinascita e proprio questo dramma della tutela
della nazione afroamericana e delle minoranze in generale,sia in America che
nel mondo, potrebbe, se egli s’impegnasse negli ultimi due anni del suo secondo
mandato in questo senso, valerli quella rivalsa e quella riscossa che fino ad
oggi, non abbiamo mai visto. I can’t breathe…addio amico Eric.
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