J’accuse sulla forza e la bellezza delle immagini- Parte II
Se le immagini hanno un loro alfabeto, un loro linguaggio
che solo gli occhi riescono a decifrare, allora la bellezza e tutti i
sostantivi e gli aggettivi affini ad essa. Ne costituiscono l’insieme dei
vocaboli e delle espressioni. Michelangelo e Raffaello, a titolo d’esempio, due
grandi artisti del rinascimento italiano, ci regalano due immagini
straordinarie in cui il motivo della bellezza cosiddetta divino-umana
viene dipinta attraverso il filtro della diversa sensibilità artistica di due
geni e i canoni della bellezza idealizzata dall’umanesimo:
il corpo nudo è quello di un eroe classico, di apollinea perfezione, che
risplende di raggi luminosi, sfolgorante di bellezza. E cos’è ci dice il linguaggio
adoperato da questi grand’artisti? Che cosa noi possiamo imparare da coloro che
nella consapevolezza, e aggiungere per chi non lo sa, nella grande fede
religiosa di cui erano mossi, essi rappresentavano la bellezza nella sua
nudità: cioè esattamente così come essa si presenta a noi. La bellezza, si
potrebbe dire, è pura verità e la verità non è sempre bellezza. Lo è raramente
quando il bello coincide con il vero. Noi, oggi alle soglie dell’anno del
signore 2014, viviamo in un mondo dove la bellezza è solo un retaggio del
passato. E ci domandiamo come noi siamo così incapaci di celebrare e di
ricreare il bello che è dentro di noi? Non solo ci siamo allontanati dai canoni
della bellezza classica, quella che ha fatto grandi i nostri geni, ma abbiamo
creato una concezione della bellezza alterata, artificiosa, menzognera e direi
anche con un termine brutto quella propagandistica e pomposa, lontana dalla
grazia e dalla semplicità esistenziale e gestuale. La bruttezza perciò così
come la malvagia e la violenza e tutti i
sinonimi dominano il linguaggio dominante nei nostri tempi. Non vorrei
aggiungere altro, ma vorrei celebrare la bellezza in un tramonto dipinto su una
tela dove i colori del sole risplendono sulla terra comunicandole quella luce
dorata che rasserena i cuori e fa sentire quella gioia di vivere che manca
molto oggigiorno a noi.
Buon anno 2015
Hamid
non ho parole.....con quanta delicatezza poni i tuoi versi...e soprattutto leggi nel tempo quanto si è perso...della bellezza quella semplice vera e pura....grazie per questa striscia di prosa poetica...un sorriso e buon anno a te
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