Qualche anno fa un importante esponente del mondo politico italiano esibì in pubblico una vignetta satirica sul profeta dell’Islam Mohammed, adirando i
mussulmani di mezzo mondo. Egli, a mio avviso, fece questo gesto dispregiativo
e "poco intelligente" senza pensare che avrebbe, così facendo, ferito la
sensibilità e la fede di milioni e milioni di mussulmani e danneggiato, sia
l’Italia le cui sedi diplomatiche sono state oggetto di proteste, sia sé stesso,
perché da quel momento in poi doveva andare sempre con la scorta e la paura di
attentati. Dopo qualche tempo questo stesso ridicolo personaggio ammise l’errore e chiese scusa. Spesso
gli occidentali, però, ignorano o trasgrediscono volontariamente questo codice
morale che è sacro per i mussulmani: non toccate alle cose sacre quali Dio,
profeti, luoghi sacri, Corano… Quando dei giornalisti in Occidente scrivono o
fanno satira dovrebbero- ed è un obbligo morale a mio avviso, oltre che deontologico- avere la sensibilità e l’intelligenza intellettuale di non
offendere il credo e la fede di chi ancora, come loro e la loro civiltà, non è
arrivato o non vuole arrivare, a quella fase di scherno e di presa in giro dei
simboli religiosi sacri. E’ una questione d’opportunità e di buona educazione.
E’ un conto la critica costruttiva e il giornalismo d’indagine che milita per
la verità e la giustizia, ma è un’altra cosa, opposta alla prima, il
giornalismo strumentale e della derisione, che getta fango in modo fazioso e
dichiaratamente dispregiativo sull’altro. L’increscioso attentato di Parigi
contro il giornale satirico Charlie è un atto di disumana violenza e c’insegna
oggi tante cose che: “la libertà d’espressione è così preziosa e cara da non
scambiare, persino con la propria vita”, come dico io al pari Voltaire. E come ribadisco sempre: se impedite agli
uomini di parlare e d’esprimersi è come se avreste messo le sbarre davanti ad ognuno di loro.”
Fermo restando la ferma condanna della violenza, occorre però riflettere
sull’utilizzo a volte sbagliato della stessa libertà d’espressione. Chi usa la
penna e la satira o il pennello e la caricatura deve congegnare e veicolare un
qualcosa d’etico, artistico, "comico di esilarante buon gusto" e magari se ci riesce d'esemplare, avendo sempre presente che vi sono
delle maniere intelligenti e sottili per comunicare delle emozioni, dei
messaggi e che quando s’oltrepassano alcuni linee…, si armano le mani dei
fanatici. Nello stesso tempo, non occorre scordarsi, che vi sono coloro che
tramano, generano e muovono l’orrore per ottenere determinati risultati
politici da simili attentati. Occorre perciò dare tempo alle indagini e non
affrettarsi ad attribuire la responsabilità ad alcuni gruppi islamici o ad
altri. L’inganno potrebbe proprio essere questo: la mano che ha agito è stata
mossa da una mente diabolica diversa da quella che si è ipotizzato inizialmente. E solo il tempo ce lo saprà dire sicuramente.
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