Se Renzi fosse arrivato al potere, come Tsipras è arrivato
oggi vincendo ampiamente le elezioni politiche, dopo un percorso politico e una
campagna elettorale all’insegna della fine dell’austerità e delle umiliazioni
imposte dalla Germania di Merkel, e quindi della Toika europea, sarebbe stato
maggiormente legittimato a governare e ad intraprendere tutte le riforme
politiche che oggi stenta a mettere in atto, con tutte i mercanteggiamenti e
gli attriti che gli vengono sia dal suo stesso partito che dal suo alleato l’ex
senatore Berlusconi. Insomma, Renzi non è Tsipras ed egli lo sa molto bene. La
sua agenda, le sue riforme, i poteri che lo hanno portato a palazzo Chigi sono i
condizionamenti che egli non riesce a superare, senza averne quel naturale
contrappeso di idealità, di pensiero politico, d’amore della gente che è
fondamentale per poter essere un grande leader carismatico e popolare. Renzi
non ha la stoffa di un leader popolare capace d’imporsi a chi in Europa vuole
imporci la fame e l’austerità, la disoccupazione e persino la disperazione in
nome di interessi finanziari e bancari molto frivoli ed estranei alla nostra
storia e alla nostra civiltà. La vittoria di Tsipras è l’inizio della fine di
un’Europa oppressiva e totalmente lontana dalla sua gente. Tsipras dovrà
mettere in atto tutte le sue promesse e dare una lezione di civiltà e di
coraggio politico di cui l’Europa politica odierna ha un urgente e assoluto
bisogno. E come ha detto Tsipras: io non lotto solo per la Grecia ma per tutti i
popoli europei; noi diciamo la stessa cosa e salutiamo un grande leader europeo
e l’inizio di una nuova fase nella storia dell’Unione europea.
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