J’accuse del 26/ 05/15 sulla tragedia della gioventù italiana in cerca di un lavoro tra menzogne di ripresa e disuguaglianze
Parlare oggi di tragedia della
gioventù italiana disoccupata, maltrattata e sacrificata dalle politiche antisociali, dagli eccessi e dagli
sperperi perpetrati a danno suo nei
decenni precedenti dai passati governi è come parlare di quei profughi che ogni
giorno sbarcano sulle coste siciliane alla ricerca di un rifugio: Quei profughi
sono stati vittime di sevizie, di persecuzioni da parte di dittature che sono
state concepite e appoggiate dallo stesso mondo occidentale. Sono vittime,
cioè, degli stessi carnefici che sul piano dei propri paesi hanno costruito
delle società basate sulla demagogia,
sulle disuguaglianze sociali e sulle menzogne.
Questo raffronto è così interessante, ma nel contempo è così triste e
ripugnante : come mai ancora nel 2015 noi viviamo in un paese il cui primo
articolo della propria costituzione recita come segue: L'Italia è una
Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. L’Italia, amici, è
fondata sul lavoro! E la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle
forme e nei limiti della Costituzione. Bene! Ovunque vado vedo giovani senza
lavoro…e osservo che il popolo è ormai sempre più disaffezionato alla politica
e lontano da essa…La politica è appannaggio dei partiti che decidono il bel e
cattivo tempo. Ma ora torniamo al lavoro e al simbolico raffronto tra profughi
della libertà e profughi del lavoro. Perché lo Stato italiano non valorizza
questi giovani e gli dà un minimo di speranza e di dignità? Si può ancora
parlare oggi di viaggi della speranza di migliaia di giovani che partono per
gareggiare per qualche posto di lavoro offerto loro dallo Stato nazionale? I
quale Repubblica viviamo? Nella Repubblica dei pensionati d’oro, dell’1% che
detiene il 14% della ricchezza nazionale e dove per contro il 40% possiede solo
il 14% di quest’ultima. Questi dati sono dell’OCSE che ha ammonito il governo
di Roma contro le crescenti disuguaglianze. Pochi patrizi contro tanti poveri
plebei nel ventunesimo secolo. Quando penso a tutto ciò, alle menzogne, alla
propaganda di questa fase elettorale dove scende in campo anche il governatore
della Banca d?Italia: la ripresa c’è….Ma quale ripresa? Di quale ripresa parli
caro Governatore? Di quella che riguarda il tuo trattamento economico? Il paese
non ne può più di questi tecnocrati privi di umanità, di impegno sociale e di
passione politica. Alla gioventù italiana dico di non mollare. Il vostro futuro è già stato comprato dalle banche, ma voi potete ribaltare questa lurida realtà.
Commenti
Posta un commento