J’accuse del 01/03/2016
sullo sviluppo della situazione in Libia
Durante il suo lungo
regno il colonnello Moammar andava ripetendo in tutte le piazze dell’Africa e
dell’Asia che le ingiustizie e le problemi del sottosviluppo sono stati causati
proprio dalle politiche imperialistiche dei paesi occidentali e che qualunque loro
intervento negli Affari Interni dei paesi del Sud del mondo è sempre
finalizzato a costituire o a restaurare uno status quo coloniale e di
conseguenza contrario alla pace a agli interessi di questi popoli. Povero
Gheddafi! La Nato, nonostante la sua riconciliazione con l’Occidente, ha capito
bene che non si poteva trattare con un "nazionalista rivoluzionario" come lui e lo ha dato in
pasto proprio a quei rivoluzionari libici che essa aveva armato e appoggiato,
ma che sembra oggi, dopo tanti anni di caos in Libia, rapparesentino una minaccia
per i suoi interessi e la sua sicurezza.
Da anni che si parla di questa seconda opzione militare in Libia, di quest’intervento terrestre che dovrà risolvere la situazione di caos ed insicurezza generata nel paese maghrebino a seguito dell’aggressione subita per deporre il regime del “Re dei Re”. In questo difficile e pericoloso contesto, tuttavia, tutti i governi della riva sud del Mediterraneo, ossia i paesi maghrebini, diffidano i paesi occidentali dall’intervenire negli affari interni di un paese sovrano come la Libia, nonostante tutte le infiltrazioni terroristiche di cui è stato oggetto dopo la dissoluzione dello Stato libico e le contraddizioni e le lotte dell’attuale situazione. Il Marocco, l’Algeria, la Tunisia fanno fatto appello ai paesi della riva nord di non intervenire militarmente nel conflitto libico e di assecondare e sostenere una soluzione politica tra le parti in conflitto in Libia. La cosa più insolita e strana in questo contesto è che nonostante tutti gli attentati e le minacce subiti dalla Tunisia ad opera dei gruppi jihadisti, il governo tunisino, tra l’altro costituito da personaggi moderati e apprezzati a livello internazionale, è stato il primo ad opporsi e a chiamare gli altri paesi maghrebini a bocciare qualunque intervento in Libia sia esso a guida italiana o francese…in quanto a detta di questi paesi, esso non risolverà nulla. I problemi del Nord-Africa devono essere risolti politicamente con il dialogo e senza il ricorso alle armi. Se l’Isis si è già infiltrato in Libia è proprio per colpa di quell’intervento militare della Nato che ha dissolto uno stato senza predisporre la base e il sostegno per la nascita di un altro, magari democratico. Peraltro, la democrazia non nasce e nemmeno attecchisce laddove non ci sono i presupposti. Questo gli occidentali che si preparano a lanciare una nuova offensiva contro la Libia lo sanno e lo sapevano già. L’unica cosa positiva in tutto questo marasma è che finalmente una parte del modo arabo ha capito le reali intenzioni dei loro ex e ora neo colonizzatori.
Da anni che si parla di questa seconda opzione militare in Libia, di quest’intervento terrestre che dovrà risolvere la situazione di caos ed insicurezza generata nel paese maghrebino a seguito dell’aggressione subita per deporre il regime del “Re dei Re”. In questo difficile e pericoloso contesto, tuttavia, tutti i governi della riva sud del Mediterraneo, ossia i paesi maghrebini, diffidano i paesi occidentali dall’intervenire negli affari interni di un paese sovrano come la Libia, nonostante tutte le infiltrazioni terroristiche di cui è stato oggetto dopo la dissoluzione dello Stato libico e le contraddizioni e le lotte dell’attuale situazione. Il Marocco, l’Algeria, la Tunisia fanno fatto appello ai paesi della riva nord di non intervenire militarmente nel conflitto libico e di assecondare e sostenere una soluzione politica tra le parti in conflitto in Libia. La cosa più insolita e strana in questo contesto è che nonostante tutti gli attentati e le minacce subiti dalla Tunisia ad opera dei gruppi jihadisti, il governo tunisino, tra l’altro costituito da personaggi moderati e apprezzati a livello internazionale, è stato il primo ad opporsi e a chiamare gli altri paesi maghrebini a bocciare qualunque intervento in Libia sia esso a guida italiana o francese…in quanto a detta di questi paesi, esso non risolverà nulla. I problemi del Nord-Africa devono essere risolti politicamente con il dialogo e senza il ricorso alle armi. Se l’Isis si è già infiltrato in Libia è proprio per colpa di quell’intervento militare della Nato che ha dissolto uno stato senza predisporre la base e il sostegno per la nascita di un altro, magari democratico. Peraltro, la democrazia non nasce e nemmeno attecchisce laddove non ci sono i presupposti. Questo gli occidentali che si preparano a lanciare una nuova offensiva contro la Libia lo sanno e lo sapevano già. L’unica cosa positiva in tutto questo marasma è che finalmente una parte del modo arabo ha capito le reali intenzioni dei loro ex e ora neo colonizzatori.
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