J’Accuse sul principio d’Autodeterminazione- Questione
del Sahara Occidentale.
Se applicassimo rigorosamente il principio
dell’autodeterminazione dei popoli sancito dalla Carta Atlantica e dallo
Statuto delle Nazioni Unite, avremmo non solo gli attuali 196 Stati nazionali,
ma una quantità inimmaginabile con tutti gli sconvolgimenti geopolitici,
sociali ed economici che ciò avrebbe avuto sulle diverse aree geografiche
interessate da tali divisioni. Questo principio, per chi non lo sapesse, fu
concepito in un’epoca storica caratterizzata dal colonialismo e
dall’occupazione dei paesi più ricchi e industrializzati del pianeta a danno di
quelli poveri. Si voleva, tramite questo riconoscimento all’autodeterminazione
affrancare questi popoli dalla morsa dei loro occupanti sfruttatori. Così crollarono gli Imperi coloniali e tanti
popoli conquistarono sì il loro auto-governo, ma non l’affrancamento vero e
proprio insito nel principio dell’autodeterminazione. E fu davvero una pia
illusione! Dal Colonialismo si passò ad altre forme di controllo e di
sfruttamento: appoggio di dittature militari complici, strumenti finanziari
creativi, indebitamento delle economie dei paesi affrancati, ecc… Ora, se noi
oggi andiamo a vedere quello che sta succedendo in Nord-Africa dal 1975, ci
rendiamo conto, a mio modesto avviso, dell’incongruenza e dell’assurdità generati
proprio da chi si appella a tale principio.
Abbiamo un territorio desertico lungo e largo come l’Italia, la cui
popolazione non supera il mezzo milione di persone, conteso dalla vicina
Algeria, che sostiene dei separatisti che si sono già autoproclamati
indipendenti, ma che oltretutto non rappresentano la maggioranza di tale
popolazione. Abbiamo la Spagna, ex potenza colonizzatrice del Sahara, la Francia e le altre potenze
europee che sembra non vogliano impegnarsi seriamente per risolvere in modo definitivo
questa annosa questione. Il problema del Sahara Occidentale è stato causato
proprio dal loro duplice colonialismo in Marocco. Tutte queste ultime sembra
giovarle una situazione di divisione e di tensione nel Maghreb. Tanto si direbbero tra di loro: “Meglio
divisi che uniti!”. Ipotizziamo però che il diritto all’autodeterminazione
venga applicato nel vecchio continente: allora avremo una catatonia
indipendente, in Spagna, una Corsica indipendente in Francia, un’Irlanda
indipendente in Inghilterra e un Alto
Adige indipendente in Italia e così via. Avremo un’infinità di stati, quanto
sono le etnie e le minoranze. In verità, il principio dell’autodeterminazione
ha un senso quando si tratta di realtà storicamente radicate e riconosciute.
Quando si vuole creare uno Stato ad hoc per dividere o accontentare dei
mercenari o un paese influente come l’Algeria, allora non si parla più di
autodeterminazione ma di geopolitica e di rivalità regionali. La dirigenza
algerina, e non il popolo algerino, continua in modo spudorato a sostenete la
tesi dell’indipendenza del Sahara, ipotecando in questo modo l’avvenire di
tutta la regione. Non vi basta tutto il Sahara che avete derubato? In questo
contesto s’inseriscono le dichiarazioni di BanKi Moon, attuale segretario delle
Nazioni Unite. Egli ha affermato che il Sahara è occupato! Da chi caro Ban? Dal
suo vero titolare, ossia il Marocco. Pensiamo, in fine, che dietro le
dichiarazioni del Segretario generale c’è non solo l’ingratitudine verso il
Marocco e l’idiozia di chi rifiuta la soluzione dell’Autodeterminazione (autogeverno) offerta
dal governo di Rabat ai separatisti, ma anche un complotto internazionale volto
a destabilizzare l’aera del Maghreb
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