Si dice sempre che quando
scoppiano le guerre, la verità è la prima vittima a cadere, . Prima che venisse
assassinato il ricercatore italiano Giulio Regeni , decine di magliaia di
egiziani sono stati arrestati, assassinati e fatti sparire . La loro colpa era
quella di aver manifestato o pronunciato la parola democrazia o il ritorno del
presidente deposto Morsi; ciò era sufficiente per incappare nella galera, la
tortura e la morte sicura. Di questi poveri Cristi, nessuno, però, aveva mai
parlato. Né i media né i governi europei, quasi complici, al pari dei mandanti
di questi fatti. Ora l’uccisione del ricercatore italiano presumibilmente da
parte dei servizi egiziani sembra essere diventata l’occasione inaspettata per
ridare voce e slancio alla causa della democrazia e dei diritti umani in
Egitto.Pressato dall’opinione pubblica italiana e dalle Associazioni dei
diritti Umani e della società Civile italiana Il Ministro degli Affari Esteri
italiano Gentiilone insiste,: “vogliamo la verità...” E magari aggiungerei “vedere il volto dei colpevoli”. E chi saranno coloro che hanno autorizzato la
violenza e lo stupro del corpo del povero Giulio? Sarebbe questa la condizione per la
continuità delle Relazioni tra i due paesi?
Possiamo noi come democrazia e Civiltà accettare di avere delle relazioni o sostenete un regime che tortura, uccide e stupra i suoi cittadini? La mia Accusa è
rivolta non solo agli egiziani responsabili, ma anche a chi in Europa, come fa
ultimamente la Francia, a sostenere e armare questi regimi. La
risposta è chiara come il sole: non possiamo continuare a sostenere i dittatori
e nel contempo a chiederci perché nascono fenomeni e realtà ostili e orrende
come l’Isis. In questo senso e sotto quest’ottica, l’Occidente è reo di
fomentare lo stesso terrore che lo colpisce. Siamo davvero arrivati ad un
vicolo cieco e senza uscita. La vicenda di Regeni evidenza le contraddizioni e
le responsabilità occidentali in Egitto. Si doveva sostenere la giovane
democrazia egiziana ed era questo il miglior modo per conquistarsi l’amicizia e
la solidarietà dei popoli arabi.
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