J’Accuse del 06/10/2016
sulla Scheda elettorale tra teatranti e politicanti
La guerra dei teatri è
cominciata in vista del prossimo Referendum di riforma costituzionale del 4 Novembre. Oltre ai soliti noiosi ed
arroganti politicanti, ora favorevoli e
ora contrari, scendono in campo questa volta illustri comici, attori, imprenditori.
In questo contesto s’inseriscono il botta e risposta dei comici Beningni e
Scrozza. Il primo, sembra aver venduto la sua comicità ai poteri forti che
sostengono il governo e definisce addirittura la bocciatura di tale riforma
come un’uscita dall’Unione Europea. Il secondo, molto più intelligente di
quest’ultimo, ironizza su coloro che hanno capito e voteranno No e coloro che
si sono alienati come il povero Benigni al loro principe fiorentino e voteranno
Sì. Che dire sinceramente in quest’intricata vicenda politica che vede sotto
accusa la stessa scheda elettorale concepita AD HOC dai Renziani. Prima di
tutto, saggezza permettendo, qualunque riforma costituzionale doveva essere
fatta da un parlamento legittimo. E questo non è affatto il caso di quello attuale.
Inoltre e la cosa più importante e saggia, è che sin dall’inizio il governo
Renzi fautore di queste Riforme ha scelto, nel processo di formulazione e di
approvazione di quest’ultime, non la strada delle concertazione e della massima
convergenza, così si diceva una volta, col vecchio gergo politico, dato che si
tratta di riforme che coinvolgono tutto il paese, ma la strada dello scontro e
dell’imposizione. Chi ha la memoria corta e si è scordato delle bagarres in
Camera e al Senato, si sbaglia di molto sull’intelligenza e la sensibilità del
popolo italiano, o almeno della stragrande maggioranza di esso, quando si
tratta della sua legge fondamentale.
Per entrare in vigore
questa nuova ossatura costituzionale voluta da Renzi, ha bisogno di un voto
popolare che fino a qualche settimana fa, lo stesso Renzi lo qualificava come
un plebiscito sulla sua persona. Oggi questo discorso del plebiscito è sparito
dai teatri Renziani, in quanto sia dai sondaggi sia dal paese reale
incominciano a giungere le prime previsioni che parlano dell’imminente
bocciatura della sua riforma costituzionale. E che dire ancora? Renzi non molla
e assolda persino i comici più famosi come Benigni ad influenzare la gente di
votare sì e di intronizzarlo come Re d’Italia per i prossimi vent'anni. In
verità, questo paese ha bisogno sì di riforme ma non di nuove dittature partitiche
magari guidate e orchestrate dai poteri forti che vogliono sostituirsi al corpo
elettorale.
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