J’Accuse del 6/02/2017
sul Muslim Ban – Occasione mancata.
Nel bene e nel male gli
Stati Uniti d’America, come grande democrazia, avevano rappresentato e
rappresentato per l’intera Comunità internazionale un punto di riferimento
fondamentale e una garanzia per gli equilibri geopolitici regionali e
internazionali. Sono stati legittimati a questo importante ruolo dopo la loro
vittoria sulle dittature nazifasciste in Europa e in Estremo Oriente e per
decenni avevano garantito la libertà dell’Europa occidentale contro ciò che ciò
che venne chiamato da un loro autorevole presidente, Ronald Reagan, “l’Impero
del male”. Il mondo allora era suddiviso in due categorie: quelli del nord emancipati e democratizzati e quelli dell'Est e del Sud repressi e sottosviluppati. Durante il periodo che va
dalla seconda guerra mondiale alla caduta del Muro di Berlino, i paesi del sud
del mondo rappresentavano per l’Occidente quel retroterra da cui attingere
risorse e magari manodopera per il loro sviluppo. Il discorso sulla democrazia
e il rispetto dei diritti umani non li interessava affatto o quando veniva
fatto era solo per raggiungere fini particolari. Benché ufficialmente il
processo di decolonizzazione aveva conferito delle fittizie indipendenze a
quest’ultimi, i paesi occidentali continuavano, e continuano tuttora, a
controllarne il destino con un sistema che si potrebbe chiamare “Colonialismo a
distanza”, ben congegnato, fatto di regole politiche, economiche e finanziarie,
personale politico gradito, regimi militari assoldati, . Questo sistema fatto
di ingiustizie ed equilibri precari non poteva durare all’infinito. L’emergenza
di nuove potenze a livello regionale e la rinascita della Russia avevano messo
in discussione l’egemonia occidentale e gli stessi equilibri geopolitici da
essa imposti in Medio-oriente e altrove. Oggi l’America, dopo decenni d’immobilismo, di
guerre e di crisi, si trova davanti questo caos. La sua leadership è messa in
crisi. I suoi valori sono stati disattesi dai suoi stessi presidenti. Essa che
doveva essere un faro e un baluardo per l'intera umanità si trova ooggi con un presidente che vuole rinchiuderla come una fortezza dietro dei
muri di odio e di sfiducia verso un mondo diventato oramai ingovernabile. Con
il suo Muslim Ban Trump inaugura il suoi mandato presidenziale. Che bella cosa!
Direbbero i padri fondatori della democrazia americana. Un provvedimento che
colpisce rei e innocenti, terroristi e pacifisti, amici dell’America e nemici
giurati d'essa. Viene meno un baluardo fondamentale: la giustizia e il rispetto dei
diritti dell’Uomo. Trump come i suoi predecessori non ama questo concetto.
Eppure, a mio modesto avviso, se ci si cementa ad edificare un mondo basato
sulla giustizia e il rispetto dei diritti umani, sarebbe questa la migliore
salvezza non solo per la stessa democrazia americana, ma per l’intera comunità
internazionale. Ci ha pensato proprio quella giustizia americana, al meno, per
ora a fermare Trump e questo ci conforta parzialmente. Sappiamo bene che i
problemi che si sono accumulati in Africa e in Medio-oriente sono tali da far
scoppiare altre guerre e crisi. Trump non ha gli occhi di un Dio giusto e
onnipresente, ma il cuore di un uomo accecato dalla prepotenza. Se, egli vorrà
riconciliarsi, con la sua America, con il mondo islamico, non servono i bandi
esclusivi ma delle soluzioni politiche e prima fra le quali la questione
palestinese. Davanti a lui si presenta una grande opportunità: ricostruire sulle macerie lascaite dai suoi predecessori un mondo solido e giusto o dargli il colpo di grazia: Scelga lei signor Presidente. Che la saggezza guidi le nostre azioni.
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