Sulle macerie della democrazia
Come il magma della tirannia
Marciano le corporazioni…
Ogni volta che un governo abbia avuto il coraggio di varare una riforma
che liberalizza il mercato dei taxi, ci siamo trovati davanti al caos: città
bloccate, marce sui ministeri, saluti fascisti, violenze con tutti i disaggi
che ciò crea alla cittadinanza. Ed ogni volta, davanti a questo caos, creato ad
arte da una parte minoritaria e insignificante della popolazione, lo stato
arretra e ritira i suoi designi di legge. Ci domandiamo con viva
preoccupazione: dov’è lo stato di diritto? E perché lo stato non usa tutti gli
strumenti a sua disposizione per prevenire, impedire e reprimere tali violenze
e degenerazioni? Se ogni volta lo stato cede davanti agli squadristi, un giorno
ci troveremo con una nuova marcia su Roma, con tutti gli sconvolgimenti e i
drammi che essa porterà. Ma aldilà di questa annosa questione, il problema
principale rimane quello della debolezza dello stato davanti a questi
facinorosi! Una debolezza incomprensibile e sintomatica di uno stato di diritto
che sembra, in questo delicato e drammatico momento storico, essersi poggiato
sul magma di un vulcano che rischia di esplodere da un momento all’altro. I
tassisti per l’ennesima volta bloccano il paese, perché sanno che ogni volta,
lo stato cede davanti alle loro pressioni. I privilegi e gli interessi di
questa corporazione, come di tutte le altre corporazioni, sono duri a morire.
E’ il paese delle corporazioni! E questo c’inquieta e ci ricorda un altro
periodo storico non meno traumatico. Ogni volta il paese viene ricattato e
bloccato dalla corporazione di turno per impedire all’ennesimo governo di
liberalizzare il settore in questione. L’Italia, Repubblica democratica e
sociale, non può non garantire il lavoro e la dignità ai suoi cittadini, ma
anche una mobilità sociale come diritto e dovere dei cittadini imprescindibili,
esattamente come recita il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione
italiana “ E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese.” Se ciò, venisse applicato, non ci troveremo ogni volta
davanti al caos. Non c’è pericolo maggiore di quello di sfidare lo stato. E peggio ancora, quando questo stato cede
davanti ai terrorissimi vari delle diverse sue Corporazioni.
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