J’Accuse del sugli
sviluppi della Questione del Sahara Occidentale
Durante la guerra fredda, il Marocco era alleato dei paesi
occidentali e della Nato e l’Allegria socialista si era schierata con il Blocco
di Varsavia. La questione del Sahara occidentale sembrava allora
essere una delle
tante questioni che opponevano i due blocchi sul piano strategico e ideologico.
Una volta caduto il Muro di Berlino, il buon senso, la lealtà verso un alleato storico e la ragione avrebbe voluto che
l’Occidente riconoscesse tale annessione al Marocco, contro delle mire
egemoniche di un pugno di generali algerini sull’area del Magreb. Invece no!
Qualcuno in Occidente aveva ben presto capito che quella questione doveva rimanere
irrisolta per lasciare divisa e indebolita quell’area geografica così vicina, cosp strategica e
così ricca di risorse e di giacimenti. L’avevano capito i nauseabondi colonialisti
spagnoli che avevano lasciato a malincuore il Sahara occidentale, timorosi che
la sua annessione al Marocco avrebbe rafforzato la posizione del Marocco nell’area
del Mediterraneo. L’aveva capito la
Francia che tale annessione avrebbe rimesso in questione lo
status quo territoriale lasciato da Parigi nell’amato Nord-Africa, l’aveva
capito il colonnello Boumediane che diceva d’essere un nazionalista arabo, difensore
dei diritti dei popoli all’auto-determinazione. Quali popoli? E quali diritti? Il
popolo Sahraoui, inventato dall’Esercito algerino con la complicità di alcuni
paesi canaglia, pur di avere lo sbocco sull’Altlantico. Ebbene, tutti sapevano
che tale questione aveva suscitato gli appetiti e le invidie dei colonialisti,
delle dittature, ma soprattutto avrebbe ipotecato l’avvenire dell’Unione del Magreb
Arabo (UMA). Ora dal 1975, questa questione sta evolvendo senza una soluzione
con tutta l’instabilità e l’ansia che essa genera. Il Polisario, creatura e
ospite dei “fratelli” algerini continua
a minacciare il Marocco. Ultimamente i suoi mercenari hanno occupato una zona
cuscinetto, chaimata carcarat, dichiarata dall’ONU come area neutra. Le provocazioni continuano
giornalmente e per la dirigenza algerina, che ha ben altro di cui occuparsi, tale questione continua
a rimanere prioritaria e continua ad assorbire incommensurabili risorse e energie al bilancio
dello stato. Con un presidente al suo quarto mandato, con un paese allo
sfascio, una finta democrazia e una delle efferate dittature, il Marocco si
trova oggi confrontato con una delle più grandi minacce che mina la sua stessa
stabilità e il suo avvenire. E l’occidente? Pare che in Occidente si tifa, usando il gergo calcistico per
la nascita dello stato sahraoui, ignirando ahimè il caos che genererà una guerra totale in quest'area del mondo.
Sarà la fine.
Sarà la fine.
Aveva ragione chi sosteneva un tempo i movimenti separatisti
in Europa. Era un modo per rispondere a questo disegno diabolico di dividerci. A mali estremi, alla fine, estremi rimedi, sempre.
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