J’Accuse del primo Maggio 2017 sulle primarie del Partito “
democratico”
Devo interrompere la festa del lavoro per dire due parole
sugli ultimi sviluppi in seno al partito democratico. Insomma la Commedia dell’Arte del
partito democratico sembra non avere fine. Anzi si ricomincia daccapo con la
successione alla Segreteria del Partito di Renzi a sé stesso. Così è stato
decretato dalla commissione Dem che ha vigilato sulle ultime primarie di ieri. “Quasi
due milioni di cittadini sono andati alle urne” ( ci dobbiamo credere?) e hanno confermato la fiducia a colui che ha snaturato
il partito democratico, il partito dei lavoratori italiani, allontanandolo dai
militanti, dai cittadini italiani e dai veri problemi del paese. Un partito calcato
sull’immagine di Renzi, sulla sua cupa e fallimentare visione dell’economia,
della società e della politica estera italiana, che hanno nulla a che fare con
la realtà e gli interessi italiani, ma sono strettamente legate agli interessi
dei gruppi economico-finanziari che l’hanno sostenuto e lo sostengono
tuttora. Su questa illusoria vittoria di Renzi due osservazioni sono doverose:
1- aver rifiutato di convocare il congresso e aprire un dibattito vero e
franco con l’opposizione interna prima di qualunque riapertura delle primarie
ha dimostrato quanto sia interessato il signor Renzi alla dialettica interna e
in definitiva alla democrazia in seno al
suo partito. L’uscita dal partito di personaggi storici dimostra quanto sia
stato aspro lo scontro tra le due fazioni.
2- L’aver avuto come rivali alle primarie due personaggi come Emilio e
Rolando ( Pinco Pallino e Sempronio), che a detta di tutti gli osservatori, gli facevano da soli figuranti,
la dice lunga sull'ennesima Commedia dell’Arte del partito democratico.
Insomma, Renzi si illude ancora di poter ritornare al
governo del paese, ma questa volta la partita sarà molto difficile e nessuno
gli potrà perdonare di avere lui illuso il paese con le sue mancate riforme e
soprattutto illuso i giovani con tante promesse mancate, rivelatesi slogan e
proclami propagandistici. Non gli basteranno affatto quei due milioni che si
sono recati alle urne ieri, e non sappiamo ancora a quali fonti credere? E a a
quali “inserimenti finali ?”. Il partito democratico ci ha abituato ai colpi di
scena e alle verità nascoste che vengono rimpiazzate con quelle di comodo, che
prima o poi qualcuno o qualche istituzione smaschereranno.
Questa Commedia dell’Arte non è più bella né divertente.
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