Se finisce la società cosmopolita,
l'umanità è fallita...
L'uno è legato all'altro
Ci saranno mai dei confini!
Che separeranno gli uomini?
Cosa fare per evitare il baratro?
Umanesimo, umanesimo...
Vorrei vivere senza elmo,
con la mente libera
senza catene né conflitti,
né barriere né limiti,
in un'eterna primavera
Vorrei sconfiggere ogni terrorismo
con la forza dell'Umanismo,
e l'amore per tutte le nazioni,
Voglio che rifiorisca ogni cervello,
si dissolva ogni duello
e si semini intelligenza in tutte le generazioni
J’Accuse del 22/08/2017 sull’attentato di Barcellona e la radicalizzazione delle nuove generazioni
Le Ramblas furono qualche giorno fa il teatro dell’ultimo
episodio di una lunga guerra del terrore.
Difatti l’Attentato contro Barcellona rientra in quella
strategia globale della tensione portata avanti dall’Isis contro il mondo
occidentale, ritenuto da sestultimo, un aggressore e sostenitore delle forze
del male che dominano il pianeta. Da un primo esame dei fatti, oltre all'ormai
consueta ferocia con la quale colpiscono i cosiddetti soldati dell’Isis, non
distinguendo tra bambini, anziani, cristiani, mussulmani…, piccoli o grandi, e
soprattutto secondo il loro stesso codice etico tra colpevoli e non colpevoli,
tanto tutti quelli che si trovano in quel determinato teatro di guerra, sono da
abbattere senza pietà, vi è un fatto assai significativo: la presenza nel
comando di giovanissimi, persino di minorenni che secondo un gergo
giornalistico inappropriato vengono chiamati dei baby solato.
La giovane età di questi assalitori ci pone di fare diverse
considerazioni sul fenomeno della radicalizzazione:
In primis, occorre premettere che esiste un confine
sottilissimo tra la libertà di culto e la radicalizzazione. La presenza dei
mussulmani e delle moschee in Europa rappresenta un grande valore della
tolleranza e della convivenza tra le diverse religioni. Quando accadono simili
carneficine tale confine scompare, mettendo assieme radicali e moderati. Il
fatto stesso che si cominci a pensare che questi stessi luoghi di culto
sfornino dei potenziali jihadisti capaci di seminare il terrore è sintomatico
di un mondo che non riesce a canalizzare e risolvere i conflitti che portano a
tale radicalizzazione. Gli europei del tempo della guerra contro L’Isis
cominciano, difatti, a vedere l’Islam come una minaccia alle loro vite, alla
loro libertà e ai loro stessi valori della democrazia, ma continuano ad
ignorare le cause del fallimento della società cosmopolita, universalista che è
alla base della loro civiltà cristiana. Davanti a siffatto terrore, la gente
rivendica più sicurezza e più rigore, ma non riflette in modo approfondito sul
fenomeno e sulle sue cause e le sue eventuali evoluzioni.
In secondo luogo, vorrei premettere questa seconda considerazione,
facendo un paragone storico tra la mia generazione e quella degli adolescenti jihadisti:
ai miei tempi, e lo vorrei sottolineare esisteva ancora la questione
palestinese che rimane irrisolta fino ad oggi, il mondo arabo-islamico
barcamenava tra dittature e pseudo-democrazie, ma bene o male si tirava innanzi
la carretta una volta col bastone e Talatra con la carotina. L’Europa era
ancora aperta- erano i tempi in cui essa aveva bisogno di noi durante la guerra
fredda- e si poteva emigrare per
studiare e lavorare. In questo modo, l’Europa di allora dava speranza ai nostri
giovani accogliendoli ed integrandoli. C’erano questo faro e questi valori
della libertà e della democrazia che ci attraevano. Oggi, nel peggiorato contesto europeo, e direi anche nel disperato
contesto del mondo arabo, a seguito delle invasioni e delle ingerenze
occidentali, degli sconvolgimenti causati della cosiddetta “primavera araba”, i
giovani perseguitati, maltrattati, impoveriti e forzatamente radicalizzati
dalle opposte fazioni, vedono nell’Europa non più quel faro e quella patria dei
diritti universali, ma quella fortezza chiusa ed egoista, schierata apertamente
non più a difesa dei suoi stessi valori, ma di vaghi e sommi interessi che non corrispondono
nemmeno a quelli dei suoi popoli. Ovviamente le cause e gli attori di questa
tragedia sono molteplici, ma un fatto è sicuro: l’Europa e il mondo occidentale
in generale si stanno avviando verso il fallimento di un modello cosmopolita, e
direi più in generale, verso un inasprimento dello scontro politico, economico e sociale per colpa di
politiche egoistiche, miopi e irresponsabili che si ostinano a non riconoscere
quali sono le cause che danno luogo alla radicalizzazione, che rifiutano di risolvere i problemi e
d’investire sulla formazione dei giovani e sullo scambio culturale (universitario) e la
diffusione dei valori universali dei diritti dell’uomo, che non sostengono il
progresso dei popoli del Mediterraneo, che continuano a schierarsi apertamente
con lo stato ebraico che occupa i territori arabi e palestinesi…, Insomma, non esiste
terrore peggiore del silenzio e dell’inerzia. I
In sintesi, la sconfitta degli
ideali della società cosmopolita è una sconfitta dell’umanità intera. L'Europa ha davanti a sé una scelta cruciale: rimanere una inutile fortezza assediata dal caos, dalla violenza e dalla povertà o aprirsi al mondo dando ciò che essa aveva ricevuto, ossia quel bagaglio di civiltà e di strumenti in grado di alleviare le sofferenze degli altri popoli e di farle guadagnare nuovamente la stima e l'amicizia del mondo intero.
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