Alba a via Curtatone..
Idrante e bastone
A via Curtatone...
Lo stato è ritornato...
Via i criminali,
dalle camere illegali
Lo stato è risuscitato
Com'è triste quest'alba!
E' finita, finita la fiaba
E dove sono le case nuove?
Per gli italiani e gli immigrati...
Derubati dai politici ingrati
Derubati dai politici ingrati
Che nessuno ora si muove...
S'innalza una muraglia
nella città che t'ammaglia
e poi ti rigetta...
la vita finisce all'alba
nella Roma che non ti garba
Nell'amata Italietta!
Ieri il Giornale titolava uno dei suoi editoriali: “ Oltre
100 Palazzi occupati a Roma con oltre 6000 residenti illegali”. La bella Destra
Berlusconiana e non, per non citare quella estremista Salviniana o quella super
nazionalista della Meloni, tutti usano questa vicenda per mettere benzina sul
fuoco e attaccare il fenomeno dell’occupazione abusiva dei palazzi, che occorre
premettere subito è stata la regola per anni in questa città per avere
l’illusione o la sembianza di una casa. Per decenni, sotto avariati governi
locali e nazionali, si andava occupando le case. Nessuno può quindi oggi
lavarsi le mani e attribuire la colpa a chi colpe non ce l’ha. Purtroppo, e lo
dico in modo solidale sono le forze dell’ordine, sempre a trovarsi di fronte
dei disperati e dover usare dei metodi poco appropriati, per togliere la casa e
la speranza a chi vorrebbero rimanere ancora aggrappati a quelle situazioni
illegali. Ma torniamo ancora a riflettere su questo fatto simbolico: occupare
un palazzo al centro di Roma, di fronte alla Sede del Consiglio Superiore della
Magistratura, di alcune ambasciate e soprattutto di alcune Sedi di importanti
Testate Giornalistiche per anni senza che nessuno abbia sollevato il problema
alle autorità competenti e spinto a trovare delle soluzioni alternative è un
fatto grave e scandaloso. Questa realtà anomala saltava all’occhio di chiunque
passava per piazza Indipendenza. Essa stessa poteva rappresentare di per sé una
letteratura della marginalità e dell’assenza dello stesso nel centro di Roma.
Oggi, però, alla luce dell’acuirsi delle tensioni sociali e politiche e
all’attacco e alle minacce sferrate dall’Isis all’Occidente, si pone una grande
esigenza: ritornare a riprendersi in mano il territorio abbandonato dalla morsa di chi si è
illuso che l’Italia è il paese di tutte le illegalità e le criminalità! Se così fosse, ben venga
l’era del ritorno dello stato ad occuparsi dei problemi della gente.
Accogliere i profughi sì può approvare fino ad un certo
punto. Quando tale fenomeno diventa ingovernabile, esso diventa insostenibile
per la società che lo accoglie. Vorrei ovviamente non mettere acqua sul fuoco
come usano fare le destre per accaparrarsi qualche consenso, ma spezzare una
lancia a favore di questi profughi, invitandoli a capire che la permanenza in
quel palazzo non poteva continuare, altrimenti verrebbero meno non solo i loro
sacrosanti diritti ma anche coloro di chi detiene la proprietà di quel Palazzo.
I diritti vanno rispettati e lo stato italiano sanare la loro situazione
aiutandoli a trovare una casa, e in definitiva riprendersi il controllo del
territorio non solo a Roma ma in tutto il paese. Questo è un compito assai
difficile e ingrato che toccherà a qualunque governo che uscirà vincitore nelle
prossime imminenti elezioni politiche. C’è un proverbio in arabo che dice: chi
ci frega, non è di noi! Io vorrei applicarlo alla realtà italiana. Chi non vuole rispettare le leggi della
Repubblica, non appartiene a quest’ultima. Chi è venuto in Italia in cerca di
una nuova patria, dovrà rispettare le leggi di questo paese, altrimenti torni
al suo paese.
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