Se uno vale uno…
La poltrona è di nessuno
Né tantomeno la candidatura
Ricordatevi dell’uguaglianza
Ed il popolo che avanza
Demoliamo ogni dittatura!
Se mi domandate quale sia stato il miglior cavallo
di battaglia che ha portato il Movimento di Grillo a diventare la prima formazione
politica del paese, vi risponderò che è stato il principio d’uguaglianza delle
opportunità da sempre calpestato dai partiti della prima e della seconda
Repubblica, nonostante esso sia alla base della nostra costituzione
repubblicana. L’uguaglianza dei diritti, dei doveri e direi soprattutto delle
opportunità ha funzionato e funge da motore propulsore nell’incremento del
consenso e nella conquista delle masse. Spesso la vita politica è stata sempre
guardata dal basso come il privilegio dei pochi potentati che scelgono i
rappresentanti del popolo e li impongono al voto popolare. Tale pratica, ahimè,
è stata perfino confermata dall’attuale legge elettorale Rosatellum che prevede
in modo scandaloso che 2 deputati su 3 vengano scelti dalle segreterie dei
partiti. Al diavolo il principio d’uguaglianza
che è alla base della nostra costituzione. Se la nostra vita politica è infestata
di tali pratiche che non hanno nulla con la democrazia, allora potete
immaginare che le leggi elettorali o i regolamenti che disciplinano l’accesso
alla vita politica e quindi alla rappresentatività democratica ne risentono in
modo capitale.
Ci si chiede spesso in Italia e all’estero:
come mai un personaggio del mondo dello spettacolo come Grillo abbia potuto
conquistare un simile consenso popolare? Certo le risposte sono chiare. I temi
toccati dal comico, ora garante del nostro Movimento, sono i problemi della
gente ed è stato questo il segreto del nostro successo: attaccare i soprusi della
partitocrazia ancora padrona assoluta di questo paese, denunciare le crisi
economiche con tutte le macellerie sociali e le migrazioni causate dalla disoccupazione,
all’emarginazione sociale, dall’aumento della povertà a quel grande male che si è ancora radicato durante
le ultime elezioni regionali e comunali, vale a dire l’allontanamento della
gente dalla politica e il conseguente astensionismo. La politica e l’esercizio d’essa
sono visti come un appannaggio dei pochi privilegiati, dei soliti parlamentari
rieletti all’ennesima legislatura, dei consiglieri regionali e comunali, dei funzionari
dei partiti che rispondono a logiche clientelari e personalistiche…
Ora la mia proposta al M5S per incrementare il consenso e guadagnare il
cuore della gente è di continuare ovviamente sulla strada tracciata da Grillo
nel demolire le pratiche poco democratiche di cui è pregna la vita politica e
parlamentare della nostra repubblica e nel farlo la prima cosa da fare è di applicare
maggiormente il principio d’uguaglianza. Abbiamo visto come l’accesso alle
cariche elettive (presidenti, sindaci, consiglieri e parlamentari…) è disciplinato
sempre dal seguente discutibile principio:
“i candidati al Senato ed alla Camera per
il MoVimento 5 Stelle potranno essere tutti coloro che si sono presentati alle
elezioni comunali o regionali certificati con il logo del MoVimento 5 Stelle o
Liste Civiche 5 Stelle e avranno compiuto almeno 25 anni a febbraio 2013 (Parlamentarie
2015”.Mentre per quanto riguarda la carica di Candidato Premier era formulato, in modo evolutivo, come segue lo stesso requisito: “ - abbiano esperito un mandato da portavoce nell'ambito di Consigli Circoscrizionali, Consigli Comunali, Consigli provinciali del Trentino Alto Adige, Consigli Regionali e del Parlamento Europeo, nonché quale Sindaco, oppure, qualora con il primo mandato in corso, abbia termine naturale del mandato entro il 28 febbraio 2018,
- O siano stati eletti alla Camera ed al Senato in occasione delle consultazioni elettorali del 2013;e che non si siano dimessi”.
La cosa che colpisce, oltre al fatto
accettabile ma discutibile che deve essere la necessaria iscrizione al
Movimento e che non abbia espresso idee in contrasto con la dirigenza, è il
fatto che si accetta la candidatura dei soli già presentati o eletti come
consiglieri o portavoce…, mentre il resto del movimento è considerato come non
adeguato a candidarsi!
Questo requisito, sebbene si capisce il suo
intento di salvaguardare il Movimento da dannose e probabili infiltrazioni,
costituisce in sintesi un venir meno del principio dell’uguaglianza alla
base della democrazia rappresentativa. Vorrei che questo mio suggerimento fosse
sentito da chi formulerà il prossimo regolamento per le parlamentarie. Il M5S
appartiene al popolo che lo sostiene e lo ha eletto. In conclusione, non bisogna
chiudersi su sé stessi ma aprirsi e fare in modo che tutti partecipino alla
vita politica votando e candidandosi qualora lo si voglia. Tocca a noi
scegliere quale carattere dare al nostro Movimento: se accettare che continui
ad essere un movimento democratico ed egualitario o dgeneri in qualcosa di
diverso. Credo, infine, che il successo dipenderà proprio dalle prossime scelte
regolamentari e politiche.
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