J’Accuse del 7/11/2017 sulla vittoria della destra in Sicilia




Anneghiamo nelle chimere

E nei rimpianti delle masse guerriere

Questo paese non ha una chiara visone

Del suo intenso e doloroso presente

Vorrei che fosse meno sconvolgente

La più amara delle ere..

 

Chi avrebbe ipotizzato che Berlusconi e i suoi avrebbero vinto le elezioni regionali siciliani, battendo addirittura i favoriti grillini di Beppe Grillo. Non sono bastati i decenni di malgoverno, di compromissioni tra malavita e politica, le stragi e la violenza per evitare che i vecchi personaggi e le loro politiche fallimentari e clientelari vengano seppellite per sempre con il voto popolare. Che peccato però! Vedere svanire una grande opportunità. Certo il Movimento cinque stelle è diventato il primo partito i Sicilia. Ma questo  fatto ossia questo “stratagemma mentale” basta come analisi del giorno dopo le elezioni.

In realtà che cos’è successo? Perché la gente no opta per il cambiamento?

Da un’approfondita analisi del voto affiora subito una certezza: Il M5S non potrà mai vincere le elezioni da solo. Se sommiamo i l consenso avuto dal M5S pari a 26,6 e il considerevole 8/ raggiunto da Giancarlo Cancelleri, si arriva a malapena al 34%. Un risultato importante e rivoluzionario ma non determinate e sufficiente per avere il governo dell’isola. L’armata Brancaleone guidata da Forza Italia di Silvio Berlusconi ha vinto perché, oltre a proporre dei nomi molto discutibili e delle liste che hanno un legame antico, e sanguigno direi con il territorio, ha saputo variegare la sua offerta politica, simulando e dissimulando, e avvalendosi dei cosiddetti voti disgiunti, fino al limite del possibile e del lecito. Ciò ha consentito, per dirla con una parola Berlusconiana, la rinascita del Centrodestra e dello stesso Berlusconi.

Ma perché i siciliani si sono fidati elle chimere dii Berlusconi, di salvini e della Melonii e non dei buoni propositi e della rivoluzione promessa dai grillini?

In Italia le zone nere rimangono nere. Quelle rosse sono andate scomparendo. E quelle bianche? Diventano sempre più nere. E’ un linguaggio di colori. La gente comune è disillusa e non si fida più dei politici di sinistra e men che meno di destra.  E allora ecco il Berlusconismo con le sue chimere! Pronto a slvare la Sicilia e l’Italia. In questo scenario s’inseriscono altre forze che non vogliono il cambiamento. Le Mafie, i poteri forti, i notabili locali…, e aggiungerei anche il partito degli astensionisti; in verità, esso è il primo partito. Il M5S è sì il partito di coloro che si sono sganciati dalle zone summenzionate per creare qualcosa di nuovo. Appunto il nuovo che tarda ad arrivare. C’è da rimarcare tuttavia che dove è arrivato il nuovo proposto dal M5S, ciò finora non ha brillato e men che meno convinto al 100%. Benché lo sottolineammo con rammarico, le realtà locali governate dal M5S non hanno brillato finora e direi risolto una quantità di problemi tale da far crescere il consenso del Movimento stallare a livello nazionale. Anzi rimangono una fonte di problemi per il Movimento stesso. Alludo a Roma, in primo luogo e ad altre realtà meno problematiche della capitale.

Occorre, quindi, trovare un dinamismo e delle formule nuove per agire e incidere sulle soluzioni dei problemi sul tappetto di queste realtà. Sarebbe questa una via per accrescere il consenso a livello nazionale. L’altra soluzione che proporrei è quella di accompagnare la nascita di liste e di soggetti politici, i quali potrebbero risultare molto utili nella vittoria delle prossime elezioni locali e soprattutto delle imminenti elezioni politiche nazionali. Sì all’idea positiva e considerevole di essere primo partito, ma occorre pensare a conseguire anche delle vittorie. E comunque il ritorno di Berlusconi, così come è stato definito da autorevoli commentatori, ha gettato l’Italia nel baratro. Questo paese non ha una visione chiara del suo futuro e men che meno del presente

Commenti