Anneghiamo nelle chimere
E nei rimpianti delle masse guerriere
Questo paese non ha una chiara visone
Del suo intenso e doloroso presente
Vorrei che fosse meno sconvolgente
La più amara delle ere..
Chi avrebbe ipotizzato che Berlusconi e i suoi
avrebbero vinto le elezioni regionali siciliani, battendo addirittura i
favoriti grillini di Beppe Grillo. Non sono bastati i decenni di malgoverno, di
compromissioni tra malavita e politica, le stragi e la violenza per evitare che
i vecchi personaggi
e le loro politiche fallimentari e clientelari vengano seppellite per sempre
con il voto popolare. Che peccato però! Vedere svanire una grande opportunità.
Certo il Movimento cinque stelle è diventato il primo partito i Sicilia. Ma
questo fatto ossia questo “stratagemma
mentale” basta come analisi del giorno dopo le elezioni.
In realtà che cos’è successo? Perché la
gente no opta per il cambiamento?
Da un’approfondita analisi del voto affiora
subito una certezza: Il M5S non potrà mai vincere le elezioni da solo. Se sommiamo
i l consenso avuto dal M5S pari a 26,6 e il considerevole 8/ raggiunto da
Giancarlo Cancelleri, si arriva a malapena al 34%. Un risultato importante e
rivoluzionario ma non determinate e sufficiente per avere il governo dell’isola.
L’armata Brancaleone guidata da Forza Italia di Silvio Berlusconi ha vinto perché,
oltre a proporre dei nomi molto discutibili e delle liste che hanno un legame
antico, e sanguigno direi con il territorio, ha saputo variegare la sua offerta
politica, simulando e dissimulando, e avvalendosi dei cosiddetti voti disgiunti,
fino al limite del possibile e del lecito. Ciò ha consentito, per dirla con una
parola Berlusconiana, la rinascita del Centrodestra e dello stesso Berlusconi.
Ma perché i siciliani si sono fidati elle chimere
dii Berlusconi, di salvini e della Melonii e non dei buoni propositi e della
rivoluzione promessa dai grillini?
In Italia le zone nere rimangono nere. Quelle rosse
sono andate scomparendo. E quelle bianche? Diventano sempre più nere. E’ un
linguaggio di colori. La gente comune è disillusa e non si fida più dei
politici di sinistra e men che meno di destra.
E allora ecco il Berlusconismo con le sue chimere! Pronto a slvare la
Sicilia e l’Italia. In questo scenario s’inseriscono altre forze che non
vogliono il cambiamento. Le Mafie, i poteri forti, i notabili locali…, e aggiungerei
anche il partito degli astensionisti; in verità, esso è il primo partito. Il
M5S è sì il partito di coloro che si sono sganciati dalle zone summenzionate
per creare qualcosa di nuovo. Appunto il nuovo che tarda ad arrivare. C’è da rimarcare
tuttavia che dove è arrivato il nuovo proposto dal M5S, ciò finora non ha
brillato e men che meno convinto al 100%. Benché lo sottolineammo con
rammarico, le realtà locali governate dal M5S non hanno brillato finora e direi
risolto una quantità di problemi tale da far crescere il consenso del Movimento
stallare a livello nazionale. Anzi rimangono una fonte di problemi per il
Movimento stesso. Alludo a Roma, in primo luogo e ad altre realtà meno
problematiche della capitale.
Occorre, quindi, trovare un dinamismo e delle
formule nuove per agire e incidere sulle soluzioni dei problemi sul tappetto di
queste realtà. Sarebbe questa una via per accrescere il consenso a livello
nazionale. L’altra soluzione che proporrei è quella di accompagnare la nascita
di liste e di soggetti politici, i quali potrebbero risultare molto utili nella
vittoria delle prossime elezioni locali e soprattutto delle imminenti elezioni
politiche nazionali. Sì all’idea positiva e considerevole di essere primo
partito, ma occorre pensare a conseguire anche delle vittorie. E comunque il
ritorno di Berlusconi, così come è stato definito da autorevoli commentatori,
ha gettato l’Italia nel baratro. Questo paese non ha una visione chiara del suo
futuro e men che meno del presente
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