J’Accuse del 2 marzo 2018 sulle elezioni
politiche del 4 marzo venturo
Mancano due giorni all’appuntamento elettorale
meno appassionante più cruciale della storia della Repubblica italiana. Eppure
più si avvicina quella data più, nolente o volente, l’emozione aumenta e la
sfida diventa sempre più coinvolgente.
Che cosa rende questa sfida meno
appassionante?
Non a caso ho utilizzato proprio quest’aggettivo.
La gente comune è stufa dei soliti protagonisti che popolano gli stessi palcoscenici
e si arrogano il diritto di nominare a loro piacimento coloro che ci devono
rappresentare, offrendo al “popolino” che andrà a votare solo la facoltà di
avvallare le scelte dei segretari dei partiti e dei Capi di Movimento. E’ il
medesimo teatrino che si presenta alla vigilia d’ogni appuntamento elettorale
di questa portata. Inoltre la cosa più demotivante è l’attuale legge elettorale,
cosiddetta Rosatellum, la quale è stata fatta ad hoc per impedire il
raggiungimento del 40 % da parte di qualunque forza politica, onde la necessità
di dar luogo a tutti gli inciuci possibili e immaginabili per costituire un
governo non rappresentativo di quel popolino che si recherà a votare domenica 4
marzo, ma proprio espressione della volontà dei segretari dei partiti. Ora
capite perché questo appuntamento elettorale è il meno appassionante della
storia della Repubblica italiana. Ogni
popolo ha il diritto di sapere, quale maggioranza lo governerà, ma con questa
legge elettorale, questo diritto è vanificato e schernito da chi ha redatto l’attuale
legge elettorale.
Quale partito votare quindi?
In tutti questi anni, noi abbiamo sostenuto il
M5S, convinti che esso ha rappresentato in tuto questo quinquennio un motore di
rinnovamento e di risveglio del popolo italiano. Ancora oggi non ci capacitiamo
a credere come Gianroberto Casaleggio e un grande personaggio come Grillo siano
riusciti a creare un Movimento politico che ha conquistato tanto consenso da
diventare la prima forza politica del paese. Sono riusciti a fare questo
miracolo perché le parole, gli slogan e i proclami adottati sono quelli che
hanno aperto la mente e il cuore della gente. Parole che condannavano la
partitocrazia corrotta e lontana dal popolo, parole come Reddito di cittadinanza, come
il popolo inteso come Comunità solidale tra le sue varie componenti sciali.
Basti pensare quando Grillo urlava nelle piazze e diceva che nessuno verrà
lasciato da solo… Insomma è il discorso politico assunto che affascinato e
attratto le masse al M5S. Non ci sono riusciti i partiti tradizionali di destra
e di sinistra con tutti i loro ideologi e politologi, non ci sono riusciti i
sindacati a salvaguardare la forza e l’unità dei lavoratori. Ma ci sono
riusciti Casaleggio e Grillo con tre o quattro frasi, appena summenzionate.
Certo quest’alchimia del consenso politico realizzata dal M5S rappresenta nella
storia mondiale, un’esperienza unica e una grande scuola di Arte del consenso
politico. Se ne possono ispirare tutti per le loro battaglie politiche. Certo è
tutto da perfezionare, tutto da conquistare ancora. Il M5S guidato da Di Maio è
diventato oramai un partito politico vero e proprio. Noi che abbiamo sostenuto
questo Movimento, nonostante molte scelte non sono state condivisibili, - cito
una senza spirito di polemica: io per esempio avrei dato la possibilità a chi
ha militato in tutti questi anni di far parte del governo o d'entrare in parlamento, ma non a chi si è presentato dopo la svolta
del 29 dicembre, per il fatto che è VIP o è docente universitario (sappiamo
bene com’è andata con Monti e la sua squadra di Professori deficienti)., - auguriamo a Di
Maio il successo, perché egli rappresenta l’unica forza che può con il concorso
di tutti cambiare la storia e la politica in questo paese.
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