J’Accuse del 27/04/2018. La pace tra le due
Coree, un valore simbolico universale…
Questa stretta di mano tra il leader nord-coreano
Kim Jong e il suo omologo sud-coreano Moon Jae-in al famoso 38 parallelo segna l’inizio di una nuova era.
Ma proprio questa stretta di mano fatta dai due storici fratelli nemici ha una
valenza storico-politica e simbolica non solo per i due paesi estremo-orientali
quanto per l’intera comunità internazionale. Nessuno poteva scommettere fino ad
un mese fa su questo lieto epilogo del conflitto ed è proprio il caso di dire questa
volta che quando si ha la convinzione che la pace sia l’unica via percorribile
per salvaguardare la vita dei propri popoli e operare per il loro progresso e
la loro prosperità che la politica è l’arte di tessere la pace e di
scongiurare le sciagure e le tragedie insite nelle guerre e nelle politiche di
muro contro muro.
Questa presa di coscienza del bene supremo della pace e di ciò che essa può dare a tutti i popoli in termini di progresso e di distensione è qualcosa di irrinunciabile non solo per le due Coree a cui auguriamo una lunga e prospera pace, ma a tutti gli altri paesi in guerra o in conflitto d’0interessi tra di loro. A loro offriamo questo esempio come una lezione di saggezza e d’umiltà e diciamo che davanti ai diritti dei popoli alla vita e al progresso nessuna guerra potrà aver luogo o continuare, facendo prevalere proprio gli interessi dei pochi mercanti di armi e delle cupole massoniche su quelli dell’intera umanità. La collaborazione internazionale e la convergenza degli interessi deve essere un obiettivo comune nelle istanze internazionali. Oggi più che mai assistiamo ad un acuirsi delle tensioni e ad crogiolarsi degli interessi di parte, spesso in contraddizione con gli stessi principi che sono alla base degli statuti dell’ONU e delle dichiarazioni Universali dei diritti dell’uomo.
Immaginate se ci risvegliassimo domani con una stretta di mano tra palestinesi e israeliani, tra israeliani e iraniani, tra sauditi e iraniani, tra gli stesi siriani lacerati da una malvagia guerra fratricida, tra marocchini e algerini per la questione del Sahara occidentale e tra gli eterni nemici in ogni dove…, il mondo sarebbe molto migliore. Ai due Coree auguriamo sinceramente una lunga era di pace che sia d’esempio a tutta l’umanità.
Questa presa di coscienza del bene supremo della pace e di ciò che essa può dare a tutti i popoli in termini di progresso e di distensione è qualcosa di irrinunciabile non solo per le due Coree a cui auguriamo una lunga e prospera pace, ma a tutti gli altri paesi in guerra o in conflitto d’0interessi tra di loro. A loro offriamo questo esempio come una lezione di saggezza e d’umiltà e diciamo che davanti ai diritti dei popoli alla vita e al progresso nessuna guerra potrà aver luogo o continuare, facendo prevalere proprio gli interessi dei pochi mercanti di armi e delle cupole massoniche su quelli dell’intera umanità. La collaborazione internazionale e la convergenza degli interessi deve essere un obiettivo comune nelle istanze internazionali. Oggi più che mai assistiamo ad un acuirsi delle tensioni e ad crogiolarsi degli interessi di parte, spesso in contraddizione con gli stessi principi che sono alla base degli statuti dell’ONU e delle dichiarazioni Universali dei diritti dell’uomo.
Immaginate se ci risvegliassimo domani con una stretta di mano tra palestinesi e israeliani, tra israeliani e iraniani, tra sauditi e iraniani, tra gli stesi siriani lacerati da una malvagia guerra fratricida, tra marocchini e algerini per la questione del Sahara occidentale e tra gli eterni nemici in ogni dove…, il mondo sarebbe molto migliore. Ai due Coree auguriamo sinceramente una lunga era di pace che sia d’esempio a tutta l’umanità.
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