A Madame Lulin
Come qualche volta s’intravede….
Il verde ridente sotto la coltre di ghiaccio
Spunta all’’occhio come un dolce abbraccio,
che presto, troppo presto si perde…
Un uccello canterino che si fa ascoltare
Dopo la stagione degli amorosi giorni
Ma il suo estro non ha più i bei contorni…
Dell’intenso amore da cantare
Così faccio vibrare le corde della mia lira
Che non obbediscono più alle mie dita
Così decanto ancora con la mia voce
infiacchita
Nel momento stesso in cui sospira…
"Vorrei che nei miei ultimi addii
Diceva Tibullo alla sua amante
Attaccare i miei occhi ai tuoi occhi…
E accarezzarti con la mia mano agonizzante”
Ma quando si sa che tutto scorre,
che l’anima fugge con la vita, come una stella
Abbiamo ancora degli occhi per vedere Délie in
amore?
E delle mani vive per accarezzarla
In questo preciso momento ciascuno rimuove
Tutto il bello di una vita trascorsa
Ed ogni mortale esclama davanti a Giove!
Non sarà questa l’ultima morsa?
Délie, Délie a sua volta
Scompare, dimentica nella notte eterna,
che la sua bellezza illuminava ogni “caverna”
Lei che d’amore fu sempre avvolta
Nasciamo e viviamo mia dolce pastorella!
E moriamo senza sapere come ci si sente…?
Ciascuno di noi nasce da un bel niente
E dove andremo? Solo Dio lo sa, o mia bella!
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