J’Accuse del 12/06/2018 sulla chiusura dei porti
italiani- Salvini , salvatore della
patria!
Un giorno scrissi un articolo criticando
duramente il passato fascista dell’Italia e tutti coloro che s’ispiravano a
quest’ultimo. La tirannide è una cosa terribile, conclusi nell’articolo ed è un’epidemia
contagiosa che minaccia la libertà e la pace in ogni epoca storica. Un amico
assai simpatico che non conoscevo abbastanza bene, tolse la sua maschera e disse
che lui si sentiva fascista, anzi appoggiava e votava proprio per una
formazione neofascista che mira a riconquistare il potere in modo democratico. Mi
disse ancora che se l’essere considerati fascisti è difendere l’Italia dagli
immigrati, non lo siamo ancor di più. Non servono a noi i simboli del passato:
croci uncinate, figure, foto del Duce, espressioni come Mare nostrum…
per conquistare i cuori del popoli, ma bastano pochi slogan inneggianti alla
nazione: prima gli italiani, ebrei e mussulmani nemici della patria, Europa
nemica del popolo, immigrati sono un costo e un pericolo per la patria…
Lì per lì, avendo una mente aperta e essendomi
educato in una cultura liberale, tollerante e pluralista, non reagii alle sue
parole. Gli domandai se era ben consapevole delle responsabilità e delle gravi
conseguenze che avrebbero implicato un ritorno di un simile passato nel
presente. Lui non disse nulla. Annuì che era convinto. Capii che il fascismo
era tra di noi nuovamente...
Poi un bel giorno questa sciagurata formazione
arrivò al potere, sfruttando le dure crisi economiche che avevano flagellato il
paese, innescando la guerra tra poveretti autoctoni e i loro vicini immigrati. I suoi slogan e le fobie che aveva radicato
nella gente avevano funzionato. “Prima gli italiani”: nell'attribuzione delle case, degli asili nidi,
dei lavori, dei redditi mai avuti, dei sogni rubati dai partiti e classi politiche che
avevano governato il paese nei decenni degli abusi e degli sperperi.
Insomma,
arrivò il giorno in cui un altro presunto salvatore della patria doveva radunare
le masse, magari non a piazza Venezia, ma nella maniera più virtuale, usando un
linguaggio violento e altri mezzi di comunicazione: Facebook, Twitter e altri
ancora per riattualizzare il sogno perduto di una patria imperiale, ma questa
volta al rovescio. “Patrioti, soldati e "camerati", chiudete la patria, i suoi
porti, aeroporti, lasciateli aperti solo verso le uscite. Non ne possiamo più di immigrati e profughi.
Sono la causa del nostro declino e della povertà materiale e morale che si è
abbattuta sulla nostra nazione".
Ma venne un giorno e rincontrai quell’amico
fascista, il quale mi chiese perché paesi come la Francia accusano l’Italia d’essere
vomitevole e addirittura le rimproverano d’essere cattiva e assassina?
Gli risposi che gli italiani non erano né
cattivi né assassini ma un pò fessi. Si doveva impedire anni fa a
paesi come la Francia di Sarkozy e altri di destabilizzare la Libia. Da quando è caduto quello stato, la Libia è in balia al caos; è dominata dai terroristi e da
gente che ha ripristinato il commercio degli schiavi neri, che vedono nell’Europa
la loro unica salvezza. Ma l’Europa non li vuole. L’Italia attuale non li vuole
e allora che farne?
L’amico tacque, ma sul suo viso trapelava un’espressione
di rabbia e di impotenza. Se il fascismo significa chiusura, paura e odio verso
l’altro, allora io non sono fascista
Nemmeno io gli dissi. Chiudere i porti non è
una soluzione. Se non condividiamo i nostri sogni di libertà e di benessere con
questa gente prima o poi saremo costretti ad affrontare i loro stessi incubi. La
nostra Civiltà crollerà sotto il loro assedio. Noi dobbiamo andare lì e
aiutarli a rinascere ed avere una patria come la nostra amata e aperta al mondo…
L'Italia sì che ha bisogno di una forte leadership, ma non per fomentare il razzismo e la xenofobia ma per aprire una nuova era di pace e di prosperità nel Mediterraneo.
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