J’Accuse del 9 ottobre 2018 verso la marcia su Bruxelles
delle destre europee
Quello a cui stiamo assistendo nei fatti, nei toni e nelle
prese di posizione è una specie di guerra tra i partiti di estrema destra) Lega
di Salvini
in Italia, Fronte Nazionale, in Francia, Destra di Orban, in Ungheria, ecc e le
istituzioni europee per quanto siano depositari di interessi dei poteri forti e
non dei popoli europei. Ma noi sappiamo bene che il progetto dell’Unione
europea è un progetto nobile, ma il problema di questo progetto che si è
focalizzato troppo sull’economia e la finanza, trascurando gli aspetti
riguardanti la rappresentanza politica e un potere politico unitario. Molta
gente si è disaffezionata alla politica proprio perché si sente non rappresentata,
non tutelata da quest’ordine europeo che non guarda in faccia ai nuovi poveri
dell’Europa, dando risposte immediate a chi è bisognoso di un aiuto o di un
reddito di sussistenza. Proprio per colpa di una mancata costruzione di quest’Europa
sociale, aldilà dei debiti degli stati, guarda caso quello italiano, una parte
consistente dei cittadini europei si è spostata verso i partiti dell’estrema
destra così com’è avvenuto in Italia, e il caso italiano e ungherese sono
emblematici. La mancanza di tutele uniformi e obbligatori per gli stati a
favori dei nuovi poveri europei sta alla base di questo terremoto politico che
sta scuotendo le istituzioni europee, lasciando questo spazio a partiti
populisti e stremisti che stanno aizzando i popoli europei contro quest’Unione
Europea, che aldilà delle sue derive e degli errori, rimane una conquista irrinunciabile
e un valore intoccabile per l’Europa, aldilà delle battaglie politiche di parte,
che rimangono fuorvianti e rischiose, e delle diversità storiche, politiche ed
economiche che caratterizzano i suoi stati membri. Sia come sia, il fatto stesso di
alimentare sfiducia e odio verso le istituzioni europee dovrebbe essere
considerato come estremamente pericoloso e addirittura fuorilegge. Non si può
consentire, nemmeno col pretesto d’essere, come afferma il Salvini, depositari
di volontà popolare, per arrogarsi il diritto di rompere un progetto che ha dato speranza e avvenire
agli europei. Perché questo non avvenga, e per impedire quello che ho definito “la
marcia su Bruxelles da parte delle destre europee” occorre rispondere sullo
stesso piano proposto dai populisti: restituire all’Europa quel volto umano e
sociale, sfigurato dai poteri forti e dalla speculazione finanziaria.
Commenti
Posta un commento