L'abbiamo già anticipato ieri: le
affermazioni di Di
Maio non potevano non avere delle risposte dure da parte della Francia.
Accusare Parigi di colonialismo e di essere la causa della povertà e del
degrado in cui versano i paesi del Sahel e del Centrafrica che porta all’esodo
di massa e alle crisi e chiusure a cui stiamo assistendo è roba da Hostaria e da
persone che si vogliono insultare e farsi del male. Lo sappiamo benissimo quale
il ruolo della Francia nella storia del continente africano. A Parigi
interessano le sue risorse e il mantenimento del suo status quo in questi
paesi. È una competizione vinta da Parigi da molti decenni, cioè da quando Roma
capitolò durante la seconda guerra mondiale e lasciò le sue colonie e i suoi
sogni di potenza coloniale. Vi ricordate il tempo in cui Mussolini rivendicava la
Tunisia, Gibuti, Nizza e la Corsica e tanti altri territori. Il Mediterraneo
era chiamato Mare nostrum e l’Italia non accettava che la Francia e men che
meno la Gran Bretagna dominassero mezzo mondo e dettassero le sue leggi. Oggi Dopo oltre sessant’anni d’intesa e di
concordia in Europa, il ritorno dei nazionalisti e dei populisti sembra aver
riattualizzato alcuni temi e alcune questioni che il tempo ci sembrava aver
fatto dimenticare e dissipare dal pensiero e dalla mente dei governanti e dei popoli
rispettivi. Se solo andiamo a vedere l’odio e l’astio delle campagne d’insulti
in corso sui social contro Macron e l’establishment francese e europeo,
rimaniamo sconcertati e agghiacciati dall’intensità e dall’ampiezza dell’odio e
della sfiducia che serpeggia sulla rete e tra la sua gente. E la domanda da
porci in maniera chiara e inequivocabile:
dove ci portano i nostri
politici con quest’approccio avventato e questa politica antieuropeista?
Sebbene l’Europa abbia bisogno
di riforme profonde e urgenti, non era e non è assolutamente il caso d’adottare
un approccio così sbagliato e deleterio. Ne esce fuori, come lo stiamo
osservando, un quadro precario e insostenibile dell’Unione. L’irresponsabilità
e la mancanza d’intelligenza politica sono alla base di questa crisi. I
francesi dovevano riconoscere le loro colpe in Libia. Non lo hanno fatto. Gli italiani
hanno altrettante colpe nel non aver impedito la caduta di Gheddafi. Insomma l’arrivo
dei nazionalisti al governo a Roma complica assai le relazioni tra i due paesi.
Salvini è visto come un pericolo per l’Europa. Se dovesse uscire vincente l’Asse
del suo partito con il Fronte Nazionale in Francia, siamo davanti alla
catastrofe in Europa. Ecco perché si cerca d’indebolire Macron con tutti i
mezzi, anche con il sostegno dei Gilet Gialli. L’America di Trump e il Regno
Unito assistono indifferenti, ma è una battaglia della democrazia e della
libertà che riguarda tutti in un momento della storia in cui tutti fingono di
non interessarsene. I prossimi giorni e settimane ce lo diranno con maggiore
chiarezza.
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