J’Accuse del 26 gennaio: omaggio a Regeni: il mondo arabo tra dittature efferate e sognata democrazia




J’Accuse del 26 gennaio: omaggio a Regeni: il mondo arabo tra dittature efferate e sognata democrazia



Ieri nel J’Accuse in diretta su facebook mi sono, in concomitanza col terzo anniversario dell’uccisione del ricercatore italiano al Caro Giulio Regeni, mi soffermato sulla sua figura di ragazzo simbolico e audace, la cui uccisione ci ha toccato profondamente non solo per l’ingiustizia subita, ma soprattutto per le modalità e la crudeltà utilizzate dai suoi assassini. E’ un fatto criminale che ha una duplice valenza:

A.      Ha una valenza simbolica e politica perché ci dimostra a distanza di anni come l’Egitto, paese che sembra aver imboccato, dopo la sua meravigliosa rivoluzione del 25 Gennaio 2011, una strada buia e terribile che ha portato all’assassinio di migliaia di oppositori e alla scomparsa di altrettanti militanti. Quest’Egitto che immola i suoi figli in nome di status quo geopolitici e d’interessi particolari e non certamente egiziani e arabi, sembra essere stato dimenticato dal mondo intero per timore dell’avvento degli islamici al governo, anche quando si tratta di elezioni democratiche, e soprattutto direi per complicità con quel regime. La vicenda di Giulio Regeni ci ricorda un’altra volta le grandi contraddizioni delle cancellerie occidentali sia verso sé stesse come tradimento dei valori democratici, sia verso gli altri popoli che aspirano all’autogoverno. L’approccio che mira ad imporre o a riconoscere un certo corso politico ad alcuni paesi come l’Egitto conferma la tesi in definitiva quanto sia ancora radicato il colonialismo e lo spirito di sopraffazione nelle relazioni internazionali e in quelli appunto evocate da Di Maio e cioè gli iniqui rapporti Nord-sud.

B.      Inoltre la verità sull’assassinio di Regeni è strettamente legata a questo corso politico i cui risvolti e contraddizioni si riflettono nelle politiche adottate e nelle aggressioni intraprese contro alcuni paesi arabi, ivi compresi i palestinesi che vivono sotto occupazione israeliana da decenni. Ai Regeni, direi che questa drammatica vicenda riguarda non solo il loro valoroso e audace figlio, ma quelli dell’intero Egitto e di tutti i paesi che vivono sotto efferate dittature. Il governo egiziano non riconoscerà mai la sua responsabilità su questa vicenda.

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