J’Accuse del 23 Agosto 2019: ritorno della croce in politica? Siamo tornati ai tempi dei templari? A ciascuno la sua croce! Ma la follia è l’unica foce….
J’Accuse del 23 Agosto 2019: ritorno della croce in
politica? Siamo tornati ai tempi dei templari? A ciascuno la sua croce! Ma la follia è l’unica
foce….
Una volta erano i grandi ideali a
guidare le azioni degli uomini politici: l’amor patrio, i grandi valori della
libertà, del rispetto dei diritti umani, della fratellanza tra i cittadini e i
popoli. Sono appunto degli indici valoriali che riflettono il grado di civiltà
o di barbarie d’ogni tempo. La stessa religione, di qualunque natura sia, aveva
rappresentato nel bene e nel male uno strumento di civilizzazione e nel
contempo di potere e di dominio. Machiavelli nel suo Saggio “Il Principe” ne esaminò
la strumentalizzazione da parte dei re e dei principi del suo tempo ed ogni
tempo. La religione difatti è sempre stata uno strumento di potere e per
mantenere il potere e illudere il popolo.
Fatta questa doverosa premessa,
quando noi vediamo il signor Salvini con in mano il rosario e la croce ci
domandiamo se egli rappresenta qualche
ordine religioso finalizzato alla preghiera e alla beneficienza o egli utilizzi
proprio quella croce come strumento per conquistare consenso e adesioni al suo
partito? Inoltre ci chiediamo nel
contempo se nel ventunesimo secolo abbiamo ancora dei politici che indossano
tuniche e parlino un linguaggio, oramai superato dal progresso e dalla modernizzazione
e la secolarizzazione delle società occidentali? Difatti, l’immagine di un
Salvini “ stile crociato” avvinghiato nel suo rosario è un connotato del declino morale e valoriale che vive la politica dei
nostri giorni, incapace di risolvere i problemi del mondo e della gente e protesa
ad evocare miti e spettri del passato per radunare le folle e guidare il mondo
verso nuove follie collettive. Tale immagine è emblematica e significativa. Non
vi è solo la prova dell’irrazionalità assoluta del protagonista ma soprattutto
la stoltezza delle argomentazioni e direi la follia vera e propria; essa stessa
è anche indice di miseria umana e morale. Ecco perché abbiamo condiviso in pieno il
discorso del Presidente Conte al Senato prima della sua decisioni di rassegnare
le dimissioni al Capo dello stato. C’è voluto del tempo perché si arrivasse a
quell’epilogo Shakespeariano! Direi è valso proprio la pena viverlo e imparare
che non si può associarsi con chi chiama le piazze contro le istituzioni democratiche
della nostra Repubblica. Invocando le marce e le piazze, ci ricorda altri tempi
bui della storia italiana e europea. Ma tutto ha un finale, direi e questa volta,
l’orco si è denudato, sfoggiando, quei
simboli che devono appartenere alla Pietas e alla Caritas umane e non ai
meri e squallidi progetti e calcoli politici del povero soggetto sconfitto.
Ecco perché J’accuse ha
intrapreso sin dalla Costituzione del governo gialloverde un percorso di
opposizione e di critica verso alcune leggi (non tutte) e la stessa linea
politica adottata su diversi temi di politica nazionale e internazionale. E’ mancato proprio lo stile convincente e la
capacità di risolvere le questioni più spinose. Non è mancata invece la strumentalizzazione
dei problemi. J’Accuse ritiene quest’opportunità assai storica per il paese e
chiama alla costituzione di un Fronte democratico contro Salvini e le destre
rinnegatrici dei valori su cui si fonda la nostra Costituzione. Non si può non
tacere e non dare un proprio contributo verso la causa della democrazia e del
rispetto del diritto e della Civiltà Umana. Direi infine a tutti voi amici di J’Accuse
che in maniera simbolica e seguendo il mio stile: le trincee della democrazia sono infinite, come lo sono quelli
della tirannide, sempre in agguato contr l’umanità.
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