J’Accuse del 13/12/2019 sulla vittoria dei conservatori di Boris Johnson del Regno Unito. L’inevitabile sgretolamento dell’Unione europea
J’Accuse del 13/12/2019 sulla vittoria dei conservatori di Boris Johnson del Regno Unito. L’inevitabile sgretolamento dell’Unione europea
La vittoria di Boris Johnson è un siluro a 70 anni di costruzione dell’Unione europea, ma non è assolutamente una novità per chi conosce la City e il complesso di superiorità che hanno gli inglesi nei confronti dei popoli europei. Sebbene abbiano salvato l’Europa e il mondo dal dominio dei nazi-fasciati, ciò non avrebbe mai dovuto costituire quel quid di scettiscismo e di sfiducia che era sempre affiorato negli approcci e nelle relazioni del Regno Unito con l’Europa e il mondo. Questo considerarsi al-di-fuori della storia pone oggi più che mai un serio interrogativo: che cosa vogliono gli inglesi rovesciando il tavolo, e direi proprio quella tavola rotonda che ha contrassegnato la loro storia con la leggenda di Re Artù, attraverso questa sciagurata decisione di ritirarsi dall’Unione?
Se si tengono ben presente lo sfacelo e le tragedie della seconda guerra mondiale, questa decisione ci appare come una totale assurdità del pensiero inglese e una caduta dell’intelligenza che aveva caratterizzato quel paese per secoli. La Brexit che si avvia verso la sua ineluttabile attuazione accentuerà difatti la crisi dell’Unione europea, già in balia ai movimenti populisti e xenofobi e porterà inevitabilmente acqua e sostegno ai loro mulini. La crisi, inoltre, pone in risalto la sconfitta del pensiero liberale e borghese che si era affermato negli ultimi tempi nel continente, tralasciando la costruzione di un’Europa sociale e politica, a scapito ovviamente di quella economica e bancaria che aveva allontanato in qualche modo i popoli europei dal sogno di un’Europa sociale popolare. La sconfitta non è solo politica ma soprattutto culturale ed educativa: se i nostri figli oggi votano per i partiti nazionalisti e conservatori che inneggiano alla superiorità della razza bianca, che credono nella figura del capo assoluto, che calpestano i diritti dei più deboli e che ritornano vergognosamente ad aggredire le minoranze etniche e religiose, ciò vuole dire che il nostro futuro sarà segnato da altre infamie, pulizie etniche e guerre ingiuste. La Brexit, voluta da un presidente isolazionista e populista come Trump, favorevole alla costruzione dei muri e delle barriere e traditori degli ideali democratici e egualitari sui quali si era costruita l’America, è l’inizio di un percorso irto di difficoltà e di ostacoli. Se l’Europa, fondata sull’Asse Franco-tedesco saprà dare una risposta adeguata a quest’attacco, ce lo diranno i giorni che verranno. La risposta però deve essere squisitamente politica, economica e culturale. Il destino dell’Unione è strettamente legato alle risposte e alle politiche che saranno varate nei prossimi mesi. O vita o morte all’Unione. Ma la sua fine rappresenterà la fine della pace in Europa e nel mondo.
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