J’Accuse del 10/01/2020 Assassinio del Generale Soliemani: uno scontro in atto per il controllo del Medio-Oriente. Messa in accusa dello status Quo politico.
J’Accuse del 10/01/2020 Assassinio
del Generale Soliemani:
uno scontro in atto per il controllo del Medio-Oriente. Messa in accusa dello
status Quo politico.
L’abbiamo sempre detto e ripetuto:
i processi di decolonizzazione sono stati chiaramente una finzione della
storia, spesso osteggiati e costruiti ad arte, e gli storici che ne hanno
narrato e interpretato le vicende e i risultati devono porsi oggi una chiara
domanda: che si tratti di documenti o di testimonianze, nessuna storia della decolonizzazione è stata
fin qui veritiera e raccontata in modo esauriente e definitivo? Lo è stato per l’Africa, per il mondo arabo e
islamico e per i paesi asiatici, le potenze colonialiste di un tempo hanno
saputo ricreare nuovi strumenti e nuovi contesti in grado di garantirle lo
sfruttamento economico e il controllo politico di quelle aree geografiche. Così,
ogniqualvolta lo status quo politico-coloniale viene messo in questione da
dittatori ribelli ( Soleimani fa parte di questa categoria) o da rivoluzioni
popolari, come il caso della rivoluzione Khomeinista (1979) e quello ancora più
recente delle primavere arabe (caduta dei dittatori filo-occidentali), ci si
mobilita maggiormente per contrastare e ripristinare tali contesti (ascesa di
altri dittatori più mansueti). Ma non spesso ci si riesce e questo lo abbiamo visto nel
caso iracheno con l’intervento militare contro Saddam Hussein, il quale da
alleato (pentito) divenne nemico per colpa del suo nazionalismo e della sua conseguente annessione del Kuwait e soprattutto
del presunto possesso di armi di
distruzione di massa ( rivelatasi una Buffala) con i quali minacciava i
suoi vicini (quando si parla di vicini si allude agli Emirati arabi del Golfo, plurale, ma anche ad Israele). La
questione irachena, però, costituisce per noi "storici di questo caos", una pietra miliare del disordine che
caratterizza l’attuale ordine mondiale:
vale a dire l’incapacità delle potenze coloniali nel reggere i loro imperi coloniali,
dovuta allo scoppio di nuovi fermenti nazionalistici (primavere arabe),
alimentata dall’emergenza di nuovi poli regionali, nonché dal nuovo slancio della
Russia e della Cina, come nuovi attori mondiali; essa, "incapacità", riflette in concreto l’attuale costellazione delle crisi
regionali che minano la pace e la sicurezza mondiale. (Iraq, Libia, Egitto, (Egitto
per ora si è rimediato col colpo di stato di sissi, Algeria dove i militari
controllano il paese sotto dittatura militare col tacito assenso dell’occidente,
Venezuela, Iran, Ucraina…). Aggiungerei a questa lista un fenomeno, scoppiato
da qualche anno, che sta creando non pochi problemi al mondo occidentale, il
quale si manifesta, a diversità dei precedenti, non con le rivolte e lo scontro
militare, ma con la fuga degli africani da quei paesi, afflitti dalle crisi climatiche causateli sempre dai paesi coloniali), dove la repressione instaurata e
strettamente legata agli status quo politici ed economici, la quale ne
rappresenta la causa principale. L’Africa
difatti è in netto ritardo rispetto al resto del mondo e le sue popolazioni
sono vittime di immani speculazioni, disuguaglianze ed efferate dittature
militari, che non consentono il dialogo e men che meno il dissenso politico. Le
immani risorse di questo continente rimangono sfruttati da quei paesi i cui
equilibri sociali e politici sono stati scossi da tale incessante esodo. Il
sovranismo dilagante ( con l'aumento del razzismo e la xenofobia nel vecchio continente è la risposta dei popoli civili
alla tragedia dell’Africa! Questo denota che è in atto una profonda crisi
morale e di civiltà. Lo smarrimento dei valori universali ( compresi quelli sovranazionali tanto lodati un tempo) è ben evidente e l'affermazione dei campanilismi e degli egoismi nazionali ne sono la regola saliente. Se le dinamiche interne e quelle internazionali non sono
in grado di governare tali fenomeni, ciò significa che ci si avvale del caos
per forgiare nuove realtà e nuove tirannie e disuguaglianze. L’era della
democrazia è ben alle nostre spalle. Sarà il caos a dettare nuove regole e
nuove pseudo-democrazie.
L’eliminazione di Soleimani s’inserisce nello scontro
in atto per il controllo del Medio-oriente.
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