J’Accuse del venerdì 17/01/2020 sul caos che regna nelle Relazioni Internazionali tra trincee, crisi e guerre in atto
Il J’Accuse odierno non affronterà un tema particolare, bensì il clima generale di Tensione e di caos che connota le relazioni internazionali. L’idea mi è affiorata mentre riflettevo su quale tema o evento fosse più degno degli altri nel J’Accuse scritto di questo venerdì. Ma sono tanti i temi e le tensioni che caratterizzano questo periodo dall’ultima crisi tra Iran e USA, agli sviluppi sconvolgenti e direi destabilizzanti della crisi libica, con l’invio delle forze turche nel paese Nord-africano, alla pericolosa crisi climatica che minaccia il nostro pianeta, agli incendi che devastano l’Australia (che sono un monito per noi) e che sono connessi a quest’ultima. Insomma tutto sembra richiamare le coscienze più vive dell’umanità che questo désarroi, come direbbero i francesi, è davvero indice di una epidemia che si è diffusa nel mondo e che si manifesta col ritorno alle isterie e alle esaltazioni degli egoismi nazionali, con le sopraffazioni degli uni contro gli altri, senza rispetto dei diritti degli altri o quelli di coloro che la pensano diversamente da “Noi”, o semplicemente dei popoli più deboli del nostro pianeta. Questo male connota in modo evidente le leadership attuali. E’ in corso una corsa al riarmo e alla ridefinizione delle alleanze e degli interessi nazionali. Questo clima politico universale assomiglia in qualche modo al ventennio tra le due guerre mondiali del secolo scorso, allorché la Società delle Nazioni ( la Organizzazione che ha preceduto l’Attale Nazioni Unite) che doveva assicurare la pace e la sicurezza internazionale e vigilare sul rispetto dei trattati, si era rivelata incapace di svolgere quella missione. Oggi le stesse Nazioni Unite sembrano tornate a svolgere quel ruolo marginale e ininfluente nelle relazioni Internazionali, tipico della passata Società delle Nazioni. Più che Società delle Nazioni sembra trattarsi di Vespaio dei nazionalismi agguerriti e intolleranti con delle leadership che chiamano alla difesa delle loro etnie, per non parlare delle loro economie, minacciate dalla mondializzazione selvaggia e dai profughi, e ad alzare dei muri e dei recinti contro i loro vicini e i popoli meno fortunati. E’ un clima generale caratterizzato appunto dal caos e noi siamo testimoni di questo caos che prima o poi porterà allo scontro tra i diversi e opposte parti in campo. L’invio delle forze turche in Libia rientra in quest’escalation ( oltre a quelle già presenti, egiziani, russi, petrodollari dal golfo….) E’ un piccolo esempio dell’assenza di ordine e di concertazioni nelle relazioni internazionali. Gli esempi sono vari. Ne cito un altro: l’Iran è un problema per gli interessi occidentali in Medio-oriente, ma la soluzione di questo problema non può essere sempre l’opzione militare. Ce lo hanno provato i passati interventi militari nella regione. Invece è un ritorno al rispetto dei diritti dei popoli, ivi compreso quello palestinese. Non si può quindi prescindere dal negoziato e soprattutto la consapevolezza da parte delle leadership che la strada che si sta imboccando con l’attuale ci porterà dritto verso l’olocausto e la fine della vita sulla terra. A noi il compito di ammonire sulle conseguenze disastrose di quest’epidemia che si chiama “Egoismi nazionali e sopraffazione dell’altro, diverso da noi. Ma l'Umanità è una sola e ha un solo destino sulla terra. Appunto, il vivere assieme.
A me sembra che Tramp abbia voluto collaudare le sue nuove armi belliche trovando il pretesto con l'Iran.
RispondiEliminaPoi con il ritiro parziale delle milizie , ha invogliato la Turchia ad invadere la libia.
Come diceva Marco Aurelio: non faccio una battaglia se non son sicuro che il guadagno sia di gran lunga della perdita di soldati.
Quindi, la Turchia avrà visto un gran bottino in una parte della libia....
approfittando della sua instabilità politica.
È chiaro che questo può creare una immigrazione cospicua di popolazioni in fuga.
Riversandosi nei territori del mare nostrum.
Ovviamente si sono mosse tutte le diplomazie italiche chiedendo ad Ursula di prendere posizione in queste dinamiche politiche.
Intanto gli Usa hanno sperimentato i sui droni bellici.
Le armi irachene hanno fatto un prurito all'America.
Tramp è tranquillo!
Fa patti con la Cina.
Creando sviluppo e lavoro al popolo americano.
I grattacapi li ha lasciati a noi.