J’Accuse del 25 Aprile 2020 Omaggio alla resistenza e ai partigiani. Una riflessione sul passato e il difficile presente
J’Accuse del 25 Aprile 2020 Omaggio alla resistenza e ai partigiani. Una riflessione sul passato e il difficile presente
Se dovessimo a seconda della
stagione politica esaltare o sminuire l’importanza del 25 aprile 1945, quella
data scolpita nella storia del nostro paese con il sangue e le lacrime della resistenza,
allora ciò vuol dire che non abbiamo capito nulla e che soprattutto non abbiamo
ancora vinto del tutto quello spirito totalitarista e prevaricante che si annida
nella nostra società, il quale sta tentando da qualche tempo, con le attuali Estreme destre politiche a riaffermarsi, con nuovi modi e pervicaci violenze
al fine di ribaltare il risultato della storia e ripristinare proprio quel
clima di brutalità che viene declinato in diversi modi sia all’interno del
paese che sul piano internazionale. Spesso ci siamo sentiti dire in quest’ultimi anni dai diversi rappresentanti di queste destre che il 25 aprile non significava
nulla e che esso come ricorrenza doveva essere interpretato come segue:” una festa
di pacificazione” del paese che non aveva visto né vincitori né vinti, a seguito
del secondo conflitto bellico ma solamente una violenza perpetrata dall’una e
dall’altra parte…” Insomma, un buono storico con una buona memoria storica
dovrebbe meravigliarsi e domandarsi: se la storia è presa d’atto e conseguente
fedele scrittura degli eventi storici o essa è una storiografia che si presta
alle modifiche di un revisionismo storico che non si arrende alla verità
storica e il quale tenta in continuazione di rovesciarla nella sua veste di revanscista
e nichilista… Ad ogni modo, dobbiamo tenere presente per quanto riguarda questo
nostro paese la non sconfitta totale ossia la non resa totale di coloro
che tentano con l’avvicendarsi delle stagioni politiche e il venir meno della
coesione e la solidità delle forze democratiche di riprendersi il potere e
di reinterpretare, a loro piacimento, ora falsificando e ora intimidendo, la
storia della resistenza e dei partigiani. “Dite ad ogni coscienza resistente che l’avvento
di una nuova tirannia è sempre imminente!”. Oggi che tutto si svolge e si
conquista usando armi, parole e menzogne virtuali, il compito della società
civile, che noi rappresentiamo è quello di un guardiano che vigila sull’ordine democratico e sul
rispetto delle libertà e dei diritti dei cittadini. Abbiamo tanto assistito e assistiamo
a continue “Marce virtuali” che tentano di alterare le coscienze e di
diffondere una percezione autoritaria e caricaturale della nostra democrazia.
Gli autori di queste sordide marce sono proprio coloro che vogliono ribaltare la
nostra storia repubblicana e alterarne l’identità e i valori fondanti. In questo
contesto così drammatico e emergenziale della nostra storia repubblicana, è più
che mai impellente una nuova rifondazione della nostra società e delle nostre
istituzioni avente come riferimento proprio i valori che ci hanno dato la
libertà e la prosperità economica, ma anche ravvivandole con quello spirito
partigiano del coraggio e del sacrificio che sono alla base d’ogni rinascita e
risorgimento politico, economico e sociale.
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