J’Accuse del 2 giugno 2020 l’uccisione di George Floyd è quell’ennesima goccia che fa traboccare il vaso alla democrazia americana, basata sulle disuguaglianze e sul razzismo
J’Accuse del 2 giugno 2020
l’uccisione di George Floyd è quell’ennesima goccia che fa traboccare il vaso
alla democrazia americana, basata sulle disuguaglianze e sul razzismo
Quando pensiamo alla democrazia americana, che viene spesso citata per essere la più grande
democrazia del mondo, in relazione a fatti criminali e incresciosi come quello
di George Floyd ci trafigge un sentimento di smarrimento e di delusione. Ci
rendiamo conto che questa stessa democrazia così vantata e così piena di
contraddizioni è certamente in balia a dei conflitti mai risolti ed è qualcosa
che mente a sé stesso prima di costituire un falso esempio per l’intera
comunità internazionale. Questa mia impressione non è la prima né l’ultima
avanzata quando si riflette sul sistema giuridico americano. Molti scrittori
e “poeti” che visitarono e esaminarono la società statunitense rimasero scossi
dalle grandi ricchezze e profonde e contraddizioni di un paese immenso e
variegato nelle sue componenti sociali, etniche e religiose. In particolare uno
di questi eminenti studiosi che vorrei citarvi scrisse una delle sue opere in
cui descriveva in maniera oggettiva le realtà caratteristiche e i mutamenti crescenti.
Egli ebbe il genio d’intuire allora “che un buon pacchetto di norme giuridiche,
qual era la costituzione americana, con tutte i suoi emendamenti passati e
futuri, non bastavano a fare una democrazia, se tale paese non possiede
radicate tradizioni e un profondo rapporto col proprio passato; in altre parole
se difetta di cultura. I valori politici, cioè l’associazionismo e il
decentramento amministrativo, una magistratura indipendente e una stampa
libera, sono i cardini e la garanzia del buon funzionamento della democrazia,
ma potrebbero non bastare a contrastare le derive di un sistema in cui una
massa omologata può imporre la «tirannia della maggioranza» calpestando valori
etici e morali. E vedeva già allora dietro l’angolo i pericoli del populismo e
direi i mali profondi di una società multirazziale in cui pullulano l’intolleranza
e il disconoscimento dell’altro e in cui il sistema politico è congegnato non
in base a saldi e imparziali criteri etici e politici, ma in base a interessi individualistici
e particolaristici che fanno prevalere l’idea di una società dove i cittadini
non hanno diritti certi e inviolabili ma sono lo strumento, ri-attualizzato e mutuato dall'epoca schiavista, per conseguire l’arricchimento illimitato e
ingiustificato di una piccola minoranza che detta legge e offusca l’evoluzione
democratica e culturale nel paese.
L’uccisione di George Floyd, ennesima violazione commessa ai danni dei
cittadini neri degli USA, deve servire come una pietra miliare per ripensare al
concetto di tutela dei diritti in relazione a quel corpus di norme giuridiche
che costituisce il baluardo della democrazia americana. La mancanza di
effettivo godimento di tali diritti, e le violazioni continue dei diritti delle
minoranze, accanto ai mai conquistati diritti di tutela sociale ed economica,
legittimano ogni protesta e ogni lotta, tenendo ben presente che il processo di
democratizzazione di una società, ovvero la conquista dei diritti e delle libertà,
non è mai da considerarsi esaurito né è da considerarsi chiuso per sempre da
chi continua a violare e a considerarsi al disopra della legge e della stessa
costituzione. Proprio questa
costituzione è il fulcro del sistema e ci demanda di adattare e forgiare i
sistemi giuridici alle necessità poste dai tempi e dalle crisi… Al popolo
americano di trarre le sue dovute interpretazioni. La storia continua e
continua anche la scrittura dei diritti ed è proprio quella tradizione
culturale di cui si riferiva Tocqueville nella sua opera “La democrazia in
America” la fonte del bene o del male.
Sula cultura e i semi della tolleranza e della libertà si depongono le
speranze per un mondo migliore.
Colgo l’occasione per rendere omaggio alla nostra Repubblica e alla sua
magnifica costituzione frutto di una tradizione culturale liberale e
garantista, ma anche di una grande consapevolezza: la tirannia è un male
assoluto da scongiurare e da combattere in modo perenne. Viva la Repubblica
italiana.
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