J’Accuse le lacrime di Kim Jong-un commuovono e fanno riflettere. Il mondo alla deriva...
Video di J'Accuse:
https://www.facebook.com/miskh/videos/10158623512407731
E’ doveroso parlare di crollo delle certezze in questo momento così incerto e così carico di sfide e di mali. L’umanità sta fronteggiando uno dei periodi più drammatici e caotici della sua storia. Eppure ci sono stati altre epoche storiche in cui pandemie o conflitti bellici avevano messo alla prova le nazioni e in cui l’immane prezzo da pagare per i popoli era in termini di milioni di morti e di insostenibili sofferenze. Eppure, amici, non s’impara mai dalla storia. L’uomo ha in sé il germe della sua fine e del ritorno alle guerre e alle tragedie. Questo crollo delle certezze si manifesta nei nostri comportamenti e nelle nostre paure. Ci riveliamo all’improvviso fragili e insicuri di fronte alla portata travolgente degli eventi che ci segnano e condizionano la nostra vita. La pandemia del Covid 19 è un male assoluto, non solo in ciò che essa rappresenta come pericoli per la salute ma per le catastrofiche conseguenze sul piano economico, sociale e politico. Ci troviamo a fronteggiare un problema senza averne la piena cognizione né la capacità fd fermarne le terribili conseguenze. Un tempo si andava alla guerra e si moriva in trincea oppure in mare, oppure si fronteggiavano le epidemie con gli strumenti del tempo e alla fine ci si rassegnava al proprio destino. Ma gli uomini di un tempo erano forti fisicamente e spiritualmente. Le epidemie erano interpretate come un segnale di maledizione divina. Il solo timore della rabbia del padre era molto sentito da portare le persone a correggere i loro comportamenti e a umanizzare la loro vita. Il rispetto dei codici etici era come quell’invisibile mascherina che faceva da ancora all’umanità per non venire trascinata dai venti e dalle tentazioni. Le guerre però sono andati via via inferocendosi man mano che la modernità dotava l’uomo di armi e strumenti più distruttivi. Il diciannovesimo secolo e il ventesimo secolo avevano conosciuto guerre sempre più crudeli e totali, perché l’uomo si era impadronito di conoscenze e di mezzi per congegnare le armi di distruzione di massa. Così, la scienza si mise al servizio di questi piani di dominio. Ma gli scienziati che si arruolano in questi eserciti non sono degni di chiamarsi tali. Sono nocivi e inutili all’umanità. E’ stato detto che il coronavirus potrebbe essere stato congegnato in laboratorio. Tale affermazione è stata finora smentita ma non da tutti gli scienziati. Siamo in guerra e non lo sappiamo? Ci si domanda con ansia…
In verità è una guerra che ha fatto crollare tante certezze. In primis, il fallimento della scienza e della comunità scientifica internazionale è ben palese: se noi osserviamo con rammarico l’incoerenza e l’incapacità attuale della comunità scientifica sia a dare risposte univoche sia a intensificare la collaborazione per trovare un vaccino efficace, rimaniamo sconcertati davanti a tanta falsità e all’inganno di cui le nazioni sono l’oggetto. Quale il vaccino più efficace se ognuno grida al miracolo del proprio? Mi pare che siamo davvero finiti nel mercato dei falsi scienziati dove ognuno enfatizza e loda l’efficacia del proprio, allorché ancora s’ignora che cosa coronavirus e quale sono le conseguenze delle infezioni nel medio-lungo termine. Per ora ci si raccomandano di coprire le nostre facce e di stare alle regole che via via diventano marziali e chiaramente insostenibili.
In questo contesto s’inserisce la tragedia del popolo nord-Coriano, oppresso dall’embargo voluto dall’occidente, isolato e depauperato dalla pandemia del Covid 19 che ha arrecato al popolo di Pyongyang ulteriori immani sofferenze. Non entro in merito al contenzioso in atto tra la Corea del Nord e Washington ma mi sembra che esso assomiglia a quello che fronteggia l’Iran e gli americani. Quest’ultimi non vogliono che gli altri abbiano armi di distruzione di massa. Le armi devono averle solo loro e chi rientra nei loro piani di dominio. A livello etico mi sembra un’aberrazione e un dogma ingiusto. Le lacrime spuntate, tuttavia, dalle guance di Kim sono una lezione per l’occidente. Quando un dittatore piange davanti al suo popolo e riconosce la propria incapacità nel non aver potuto attenuare le sue sofferenze è qualcosa che tocca il cuore. Non saranno lacrime teatrali, ma sono il segno dei tempi nostri connotati dall’orrore e dalla mancanza di pietas. Il coronavirus è l’espressione più alta di questa dissonanza tra le nazioni. Siamo davvero giunti ad un bivio dove si deve cambiare o si devono affrontare sciagure mai viste. Sono crollate tutte le nostre certezze e ancora assistiamo a discorsi di ciarlatani che aizzano le loro nazioni o che pensano solo al proprio cortile, ignorando da idioti che esiste oramai un solo cortile: quello della terra che ci chiama a raccolta a fronteggiare i mali che l’attanagliano e che richiedono non solo un vaccino ma una vera e propria rivoluzione umana.
Commenti
Posta un commento