J’Accuse del 7 Mazzo sulle dimissioni del Segretario Zingaretti dalla carica di Segretario del partito democratico.
J’Accuse del 7 Mazzo
sulle dimissioni del Segretario Zingaretti dalla carica di Segretario del
partito democratico.
Il mio intervento in
diretta Facebook su tale tema:
seguite
https://www.facebook.com/miskh/videos/10158958126697731
Premetto questo breve ma significativo J’Accuse con la provocazione di
Grillo a presentare la sua candidatura come Segretario del partito democratico
a seguito alle dimissioni del Governatore del Lazio Zingaretti. Wow! Che
trovata geniale direi. Certo tutto si poteva immaginare e legittimare se non si
fosse trattato del fondatore del M5S. Vorrei però rispondere a Grillo con una
critica oggettiva che gli giungerebbe come un elettroshock. Caro Grillo se il
tuo movimento fosse stato aperto, trasparente e egualitario, come diceva la
canzoncina “Uno vale uno” allora si che avrei detto che tu potevi certo essere
il guaritore adatto al PD per farlo uscire dagli intrighi delle correnti e dallo
stesso approccio oligarchico e antidemocratico in cui è caduto il tuo
movimento. Vorrei però spigartelo con i fatti in modo che tu non dubiti delle
mie affermazioni. il male di cui soffre il partito democratico non è assai
dissimile del male attanaglia il tuo partito, perché concetti come libertà di
parola, d’espressione, di pensiero, di critica o semplicemente del dissentire
verso le scelte che vengono prese dal vertice del tuo partito compartano a chi
osa opporsi la caccia dal partito e l’esclusione. Tu segretario del partito
democratico? Vorrei farci una risata comica, come sei comico tu. Vorrei inoltre
dirti che la stessa selezione delle classi dirigenti che avete adoperato è
stata sempre fatta secondo regole e meccanismi non controllabili dalla base. Avete si inventato questo concetto
insignificante della “democrazia di rete”, ma la rete la controllate voi così come
quei marchingegni e simboli che attribuite ai candidati in ogni competizione
elettorale. Avete scelto persone e vip che non hanno nulla a che fare con i
valori del Movimento e che in seguito vi hanno apertamente sconfessato, come il
“Paragone”, che rimane un simbolo di questa vostra democrazia interna. Insomma
non mi faccia dire altro. Tornando a Zingaretti, egli si è comportato in
maniera leale e dignitosa, abbandonando quella poltrona a cui sembra essersi
incollato il Di Maio.
Il problema posto dalle dimissioni di Zingaretti travalica i confini del
partito democratico per diventare un problema di democrazia partecipativa: le élite
che governano questo paese sono, come dice Zingaretti, in questo momento drammatico,
più preoccupate delle poltrone e di di ciò che li possano fruttare che dei
problemi reali della nazione. E questo è un fatto gravissimo. Una vergogna tout
court. La stessa democrazia partecipativa è negata in tutti i partiti, dove
segretari, presidenti e Capi dettano la liena e distribuiscono incarichi e
privelegi. C’è bisogno davvero di una rivoluzione autentica e non come dice il
Grillo “ Rivoluzione Mite del M5S”. Cito un fatto singolare della non necessità
dei partiti: quello della vittoria del Bonaccini nelle elezioni regionali in
Reggio Emiglia, dove una Lista Civica guidata da lui ha avuto più di quanto ne
hanno avuti le sinistre e le destre messe insieme. Il ritorno alla democrazia
partecipativa e all’eguaglianza delle opportunità che essa comporta è più che
mai necessario se si vuole ripristinare la partecipazione e la condivisione
delle scelte. Investire la gente delle questioni che le riguardano e darle la
facoltà e la responsabilità di gestirne e controllarne il destino è l’unica via
democratica. Quando le decisioni e poi la gestione vengono fatte dall’alto come
sta succedendo in questo momento, la democrazia arretra verso una sottospecie
che si chiama oligarchia. Ma la democrazia è governo del popolo. I
rappresentanti devono avere il mandato dal popolo e le poltrone devono essere
assegnate secondo criteri di merito e di diritto. Zingaretti va ringraziato per
la sincerità e la verità dei suoi propositi e soprattutto direi per il coraggio
avuto nel denunziare un intero sistema marcio e corrotto.
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