J’Accuse sulla vicenda di Luca Morisi, il potere e il fango nella Orwelliana repubblica delle ombre- Il Grande Fratello
J’Accuse sulla vicenda di Luca Morisi, il potere e il fango
nella Orwelliana repubblica delle ombre- Il Grande Fratello
A quanti casi abbiamo assistito
in questi decenni dove il fango e il potere si sono intrecciate dando luogo a
nuovi corsi storici. Quel che sconcerta è l’utilizzo ricorrente di questa
tecnica per far fuori gli avversari politici. Nella repubblica delle ombre,
ognuno è schedato. L’occhio del “grande Fratello” (espressione allegorica Orwelliana dell’Oceania dell’omonimo romanzo
di George Orwell) controlla le parole e le azioni di chi è condannato a
recitare una certo ruolo. Egli ne sorveglia Il linguaggio inadatto all'espressione delle potenzialità critiche del pensiero.
Attraverso, quindi, quest’incantesimo cerca di abituare le menti umane alla sudditanza, facendo passare per normali le
contraddizioni logiche che caratterizzano la propaganda politica del Grande
Fratello, la repubblica delle ombre, e mirando a canalizzare l'emotività
individuale nelle sole direzioni utilizzabili per la riproduzione dell'ordine
sociale, da conservare aldilà delle stratificazioni e dei ribaltamenti che
avvengono di volta in volta col passar delle stagioni politiche.
Dal caso Bettino Craxi, al caso Gianfranco
Fini, a quello ultimo Salvini,
ma vi sono decine e decine di casi minori, dove la schedatura e l’individuazione
del punto debole dell’avversario rappresentano un’arma invincibile per
ribaltare e creare nuovi corsi politici. Mi spiegherei meglio per chi non
avesse capito bene. Craxi fu accusato di aver preso finanziamenti illeciti da
una certa magistratura, definita da lui parziale, allorché in quel contesto
storico tutti prendevano finanziamenti da ogni dove. Il lancio delle monetine
sigillò quel periodo storico e diede luogo ad un altro. Lo stesso Gianfranco
Fini, leader di Alleanza nazionale, personaggio di spicco della seconda
repubblica fu silurato con la stessa tecnica delle schedature. L’appartamento
di Montecarlo era solo un congegno della propaganda del Grande Fratello per
appianare la strada alla dittatura di Berlusconi sul Polo delle Libertà. Ma anche
in questo caso si trattò di vera e propria infamia orchestrata ad arte dalla
macchina del fango per far fuori politicamente un uomo che non voleva adattarsi
né al linguaggio né alla sudditanza imposta. Infine, e non sono affatto
Salviniano. Il caso Salvini puzza del medesimo fango del grande Fratello. La
dinamica, la tempistica, del caso Morisi che ne è connesso, la dice lunga sulla
repubblica delle ombre in questo clima di transizione politica dove il CAPITANO
ha assunto posizioni antisistema e apertamente non favorevoli al Green Pass e
alla politica di Draghi.
Non è certamente una novità la tecnica delle schedature, attraverso i
servizi e l’intelligence, né l’eliminazione decisa e programmata di chi
rappresenta con il suo progetto politico e le sue idee un pericolo pel sistema.
Il più eccellente omicidio politico fu quello dell’ex presidente J. F. Kennedy.
Il povero Salvini è stato costruito come una bolla di sapone da una propaganda
infame e indegna di una democrazia costituzionale. La sua ascesa è stata troppo
veloce. Mutuando l’idea dal film “ Vesna va veloce” del 1996 diretto da Carlo
Mazzacurati. Qui siamo in un campo minato, più si avanza più si rischia di saltare.
La repubblica delle ombre ossia il Grande Fratello che ne è apparentato non
tollera veti e linguaggi che non siano conformi, aldilà dico aldilà del bene e
del male.
La verità è che in questo clima
di competizione elettorale che si sta svolgendo sulle macerie della pandemia e
della partitocrazia, tutte le armi sono buone, purché i cavalieri al governo
rimangano al loro posto. La dittatura del Grande Fratello non può essere messa
in discussione. Lo abbiamo visto col Green pass e ovviamente con la politica
economica e sociale di questo governo. La sua infallibilità è garantita da
slogan e annunci di cui il pensiero critico non può dubitare. Ma le elezioni
comunali di Domenica 3 e 4 ottobre sono un banco di prova per tutti. Le rappresentazioni
oniriche della vittoria sono un riflesso del fango e delle inchieste di piazza
pulita. La realtà invece grida all’orrore. La società è esausta ma rimane
silente perché narcotizzata da un giornalismo servile e suddito del Grande
Fratello. I Raggi non brilleranno sopra le macerie di Roma. La chiamata di Nerone
è imminente. Egli tornerà e darà al rogo tutti i falsi idoli e le artificiose
idealità che aveva corrotto Roma da decenni…
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