J’accuse del 19/11/2021 sui gravi fatti aggressioni e maltrattamenti a danno dei profughi al confine tra Polonia e Bielorussia


 

J’accuse del 19/11/2021 sui gravi fatti aggressioni e maltrattamenti a danno dei profughi al confine tra Polonia e Bielorussia

  



 La differenza tra la civiltà e la barbarie è abissale come tra il cielo e la terra. Abbiamo assistito impotenti e increduli davanti alla violenza con la quale la polizia e l’esercito polacchi hanno respinto, e respingono, l’avanzata dei profughi al confine con la Bielorussia. Ci siamo chiesti se in Polonia esiste una democrazia e una società civile o meno? E come mai l’Europa non si è mobilitata per fermare queste violenze? Come mai sparano acqua gelata durante il giorno e luci abbaglianti, dei loro mezzi, durante la notte su questi poveri cristi. Si arriva persino a praticare la tortura per dissuaderli dall’entrare in UE.

La verità è che siamo di fronte ad un orrore che viene minimizzato e interpretato come difesa dei propri territori e interessi, ma in realtà si traduce con una sola parola: è un fascismo pari a quello hitleriano che mira a selezionare le razze e a delimitare i confini con i muri e il filo spanato. Questa vicenda è una pietra miliare dell’ipocrisia e della falsità di un’Europa indebolita e per nulla preoccupata davanti a questi fatti. Se poi riflettiamo sulle cause di tali migrazioni, la posizione di quest’Unione europea si aggrava ancor di più, quando osserviamo che la maggior parte dei fuggiaschi proviene da conflitti in cui essa aveva avuto una parte preponderante nel lor scoppio e nella loro gestione come la guerra d’Iraq, la guerra siriana, quello dello Yemen dove il silenzio è più criminale della stessa partecipazione e infine del conflitto libico dove la Francia di Sarkozy ha una grande responsabilità.   

In questo contesto si parla della natura razzista e antidemocratica dei cosiddetti paesi di Vizegrad a cui la Polonia fa parte. Quest’Europa orientale poco incline verso il rispetto delle regole democratiche e dei diritti umani è un vero problema per l’Europa. Direi che si è commesso un errore gravissimo nell’includere frettolosamente questi paesi nell’unione Europea  senza verificare e accompagnarli con dei processi graduali verso la democratizzazione delle loro istituzioni e giungerei fino a dire senza prevedere dei meccanismi e dei controlli sulla vera natura politica e il grado di democrazia raggiunti. Il guaio è che ci troviamo oggi davanti a dei regimi come quello polacco e ungherese che sono palesemente antidemocratici, conferendo loro sia i fondi europei sia i diritti relativi alla loro membership nelle istituzioni comuni. Paesi simili snaturano con i loro regimi non solo l’identità democratica faticosamente raggiunta dai paesi fondatori dell’Europa, ma minacciano di trascinare l’intero continente verso un’era di caos e d’intolleranza. L’erosione della democrazia polacca, così com’è stata chiamata è la conseguenza di un’altra erosione già in atto da molti anni: vale a dire di quello spirito civilizzatore e missionario che l’Europa non abbia mai raggiunto. Dominata da paesi colonialisti e litigiosi tra di loro, abbandonata alle prevaricazioni dei poteri finanziari e alle cupole, quest’Europa è una mera illusione di democrazia. Se infine volgiamo lo sguardo verso i veri problemi di sviluppo  e dell’ambiente, ci troviamo davanti alle catastrofe. La povertà endemica e gli squilibri sono le cause degli esodi. Quanto alla Bielorussia, le accuse al suo regime sono un vero pretesto per stringere la morsa contro questo paese e di conseguenza contro la stessa Russia.

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