J’Accuse del 24 gennaio
2022 sulla crisi ucraina
https://www.facebook.com/miskh/videos/1051071972408740
https://www.facebook.com/miskh/videos/243542967819509
In qualche modo, come ho ribadito più volte nei j’Accuse in diretta su
Facebook che potete ora guardare cliccando sui link sopra, la crisi ucraina ci ricorda molto la crisi di Cuba del 1962, allorché
i sovietici decisero di trapiantare i loro missili sul suolo cubano a poche
miglia dalle coste americani, in grado di raggiungere Washington e New York in
pochissimi minuti.
Oggi l’allargamento, molto discutibile, sia dell’UE sia del suo braccio
armato La Nato, verso l’Est europeo, ossia verso quell'Europa orientale, che un
tempo era filorussa, giunge ad un epilogo assai truce per la pace e la
sicurezza sia in Ucraina, il paese conteso, sia pel suo probabile e
incontrollabile allargamento su scala mondiale.
Ma perché l’Ucraina è così importante per l’UE e la Nato?
Dovrei premettere facendo una breve riflessione sull’allargamento ad Est:
nelle sue finalità originarie era e rimane un’impresa lodevole e accettabile finché si è
trattato di estendere benessere economico e Konw how a questi popoli,- ma nulla giunge gratuitamente-, usciti
affranti e stremati da decenni di dittature efferati nel periodo della guerra
fredda. Tuttavia era chiaro che fin dall’inizio di questo processo, l’idea
maestra e portante era e rimane, quella di stringere la morsa contro la Russia.
Nel creare una zona di prosperità economica che avrebbe esercitato una certa
attrazione sulle popolazioni russe, si sarebbe creato un progressivo
indebolimento del paese degli Zar, e infine si sarebbe auspicato una sua
conversione culturale ed economica, sotto l’Egida dell’opulento Occidente. “L’Europa
dall’Atlantico agli Urali, delle Nazioni…, fu questo il sogno dei padri
fondatori della medesima”. Ma l’errore fu grande o il calcolo si è fatto male, dagli amici
governanti e strateghi europei e atlantici. La Russia che si auspicava
integrare e controllare in qualche modo con i mercati e via via con i governi
fantocci, si risvegliò dalla caduta del suo impero e con Putin ritrovò la sua
forza, il suo orgoglio di potenza mondiale e se mi è consentito dirlo, la sua
grande ambizione di potenza egemone. Questo risvegliò nazionale della Russia si
scontrò con quelli degli americani e degli europei durante questi anni: abbiamo
visto come le guerre fatte contro alcuni paesi arabi, in particolare l’aggressione
della Nato contro la Libia, irritò molto i russi e i cinesi. In quella guerra
si vide assolutamente il volto mostruoso e imperialista delle potenze
belligeranti.
La crisi ucraina che scoppiò successivamente al golpe organizzato contro il
presidente eletto democraticamente Viktor Fedorovyč Janukovyč, nel 2014 fu la
goccia che fece traboccare il vaso. Il golpe, secondo i russi, o la rivoluzione
popolare così chiamata dagli occidentali, diede luogo alla spaccatura del paese
in due zone d’influenza e alla guerra del Donbass. La riannessione della Crimea
da parte russa fu una automatica conseguenza per non privare il paese da uno
sbocco sul mar nero e il Mediterraneo. Fino ad oggi, questo tira e molla,
queste tensioni rimasero crescenti. Da una parte la Russia che avverte l’Occidente
che l’istallazione di basi militari Nato al suo confine, rappresenta una
diretta minaccia contro la sua sicurezza nazionale, dall’altra gli americani ed
europei, privi d’ogni autorevolezza e capacità di dialogo, rivendicano il
diritto di annettersi l’Ucraina sia nella Nato sia nell’UE.
In queste ore la Russia ha radunato un esercito al confine con l’Ucraina.
Essa chiede garanzie scritte per mantenere smilitarizzate e neutrali i
territori confinanti. L’America di Biden e il suo seguito europeo, non sembrano
avvallare le richieste di Mosca. In questo contesto, la nuova crisi “cubana”
rischia di infiammare non solo l’area contesa, ma l’intera Europa,
proiettandosi anche nei paesi dove lo scontro tra le due potenze è sempre vivo
Quando la verità cade, le menzogne diventano gli aloni che portano dritto
verso l’inferno.
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