J’Accuse del 18 marzo Dialogo immaginario tra Zelensky e
Biden
In questi giorni le immagini che ci giungono dall’Ucraina sono sconvolgenti. E’ un orrore! Sembra che siamo tornati ai tempi della seconda guerra mondiale. Anzi, peggio. Intere città sono state rase al suolo e quel che rimane delle loro popolazioni è fuggito verso i confini, non russi ma polacchi, rumeni e ungheresi… E i potenti della terra che cosa stanno facendo per evitare altre stragi e altri esodi biblici? Gli ucraini hanno voluto congiungersi con l’occidente che li ha illusi e ora non riesce a capire la gravità di ciò che sta accadendo. Appunto l’illusione! Ma anche direi la mancanza di realismo che connota l’attuale vertice ucraino ci inorridisce ancor di più. Davanti all’orrore, Zelensky s’ostina a chiamare i suoi alla resistenza e arroccarsi dentro le città per salvare che cosa? Si salva la dignità del popolo ucraino, affermano loro o quella stessa illusione che ha dato luogo a questo scontro? Ma lo sapete che il popolo ucraino è stremato e non vuole più sentire parlare del vostro maledetto eroismo. Avreste potuto evitargli questa diaspora. Voi in questo modo, state cancellando ogni ricordo: non vi basta l’orrore che avete visto? L’occidente vi illude ancora con le sue armi e le sue promesse, perché le vostre risorse e la vostra terra sono più preziose per lui delle vostre vite. In questo contesto si svolge la propaganda delle parti: la disinformazione e le buge la fanno da padrona.
Abbiamo visto come si costruisce
una propaganda. Il caso ucraino ci meraviglia per l’efficacia, l’organizzazione
e la persuasione delle immagini, dei propositi, delle arringhe e delle
simbologie. E non a caso esso farà da scuola nei futuri conflitti. In questo contesto un presidente che nessuno
conosceva è diventato grazie ai media e alla propaganda un eroe nazionale, un
difensore della libertà e della democrazia. Non a caso proprio perché l’illusione
fa bene il suo lavoro a detrimento proprio della salvezza del popolo ucraino e
delle sue città.
Avrei voluto simboleggiarvi uno
di quei dialoghi che Zelensky ha avuto con tutti i leader e i più importanti
parlamenti occidentali. Nel tempo della mediocrità dei personaggi e delle idee
che reggono le redini dell’occidente, proprio lui, doveva essere elevato ad
eroe. Quel comico che faceva ridere gli ucraini, spalancando i suoi occhi
davanti ai seni delle belle attrici dell’Ucraina! Però c’è da dire una cosa. Se
non ci fosse Biden, lui non sarebbe mai diventato quello che è. L’idiozia
genera spesso i miracoli e questo è un caso emblematico. Ai Tempi dell’ex
presidente americano Trump, quella stessa illusione che diede luogo a tutto era
stata accantonata. L’impresa stessa dell’allargamento era vista come desueta e contro
produttiva. Peccato. Ora torniamo alla conversazione immaginaria tra Zelensky e
Biden
-
Buongiorno Presidente Biden
-
Hello, mio piccolo eroe!
-
L’ucraina è sotto le bombe, i russi non molano
la loro morsa. Che cosa facciamo?
-
Dovete resistere! Siete la nostra trincea contro
l’armata di Putin. Vi invieremo più armi, più dollari.
-
Non basta, signor presidente!
-
Che cosa non basta? Ti abbiamo fatto parlare con
il Congresso, la Knesset e la camera dei Comuni…
-
Ma la gente comune qui è fuggita. Una soluzione
va trovata subito! Capito?
-
Con quel criminale di Putin non parlo. Ho detto
che la pagherà. Gliela farete pagare voi con le nostre armi. Certo!
-
Sono stanco delle vostre promesse. Se solo
tornassi indietro…
-
Io sono stufo. Se ti arrenderai ai russi,
cambieremo le nostre versioni. Non sarai più il nostro eroe.
-
Io eroe sulle macerie e le città rase al suolo.
Quanta responsabilità avrò per non aver evitato queste carneficine?
-
Non ti preoccupare! I nostri storici penseranno
come aggiustare la tua posizione. E poi i nostri capitali ricostruiranno il tuo
paese. Tranquillo!
-
E le ferite, i lutti, i traumi…, presidente ho
paura!
-
Sei un codardo!
-
Sono un eroe! Replicò Zelenzky.
-
E allora obbedisci…
Commenti
Posta un commento