J’Accuse di venerdì 11 marzo: l’attacco squadristico contro Salvini in Polonia nel contesto della guerra ucraina. Il despotismo e le sue svariate facce
J’Accuse di venerdì 11 marzo: l’attacco
squadristico contro Salvini in Polonia nel contesto della guerra ucraina. Il
despotismo e le sue svariate facce
Certo, chi oggi oserebbe
difendere Salvini? Però il suo viaggio in Polonia. La sua solidarietà agli ucraini!
Nonostante la sua amicizia con Putin. Ma che cosa vi hanno fatto i russi? Per
quale motivo avete persino impedito alla loro squadra olimpica di partecipare
alle para olimpiadi in Cina? E ancora le sanzioni dopo sanzioni: gli sequestri
illegali e arbitrari, persino la disattivazione delle carte di credito. Il non
sorvolo dello spazio aereo internazionale? Qual altre sanzioni? Torniamo a Salvini.
Vi ricordate di quello show di quel sindaco polacco che lo sbeffeggia. A mio
avviso è stato un attacco squadristico ai suoi danni. Nessun politico in Italia
ha capito la gravità di quell’aggressione. Si tratta proprio dei valori tanto
vantati dell’occidente! La libertà e la difesa dei diritti umani! Oggigiorno la
libertà d'espressione è quasi vietata perché chiunque dissenti dalla
linea despotica e totalitaria del pensiero
unico è considerato un nemico da isolare e addirittura da liquidare. I
polacchi non possono dare lezioni di democrazia a nessuno. La selezione su base
razziale ed etnica operata ai loro confini ai danni dei profughi non ucraini
denota questo spirito razzista e totalitario che proprio la Russia accusa. Guardatevi
bene di dire che siete dei diffusori dei diritti umani. Non è solo Salvini che
patisce i guai per colpa delle sue idee e magari le sue incoerenze. Un altro
accademico di una ben nota università d’Élite a Roma, il cui nome non voglio
citare, è stato censurato dal suo rettore, per aver detto che con la Russia
bisogna dialogare e proporre delle soluzioni costruttive, che la via delle
sanzioni priva l’Europa della stabilità, della pace e persino di un futuro sicuro
per i suoi figli. L’invio delle armi in Ucraina è una partecipazione indiretta
al conflitto e un aggravamento della situazione nella regione europea. La colpa
però è del pensiero unico, come della verità unica professata dalle cancellerie
europee. L’ostinata volontà di perseguire in un progetto è peggiore dello
stesso orrore a cui assistiamo giornalmente. Il male assoluto è quando si
rinnega l’altro. Noi siamo giunti oltre a questa linea e il rischio che corriamo è
quello di trovarci in un vicolo cieco, quando non avremo più la possibilità di
poter agire sul nostro destino.
A Salvini va la mia solidarietà
personale.
A tutti coloro che dissentono dal
pensiero unico va il mio incoraggiamento. Siete voi la coscienza viva dell’occidente.
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