Pubblicata eccezionalmente, oggi.
La compagnia dei luminari
arrivò, dopo aver sentito parlare dell’atroce conflitto, fino in Ucraina sule
ali di Pegaso. Lì un angelo comparve ai nostri poeti. Era lui, lui, lo
scrittore russo, Dostoevskij. Sì, che bell’incontro! Dissero. Ci voleva proprio
lui per commentare lo scempio che si presentava davanti a loro. Qual tragedia è
più grande di quella in cui i fratelli si odiano e si uccidono! L’uomo sembra,
ed è vero, aver smarrito la via alta e fiorita d’ogni bello. Quella che lo
scrittore russo aveva tanto richiamato nelle sue opere: il rispetto di quella umanità
smarrita nel sottosuolo della corruzione e della decadenza. Il bello che egli
identifica nella bellezza dei principi e del credo cristiano sono oramai stati
tradito dagli uomini e dai falsi eroi. Qual eroismo può ignorare le sofferenze
d’una umanità ferita mortalmente? Si domanda…
Segue
Il trionfo del
sottosuolo, l’orrore in Ucraina
Scendiamo, scendiamo in
nome di Cristo!
Disse Dostoevskij a Pegaso,
un po' scosso
L’ucraina sembra sotto la
morsa di un colosso
Terribile, dove s’intravvede
un orrore mai visto!
Shakespeare per un attimo
sbirciò Dostoevskij
Cristo, Cristo! Nessun
faro c’illumina…
Se non ci muoviamo, il
mondo finirà come l’Ucraina
Avete mai sentito un “eroe”
chiamato Zelenski?
Qual follia, qual eroismo
avrebbero causato questo macello?
Vorrei interrogare chi, nell’indifferenza,
recita
Un ridicolo copione dove
l’umanità è mortalmente ferita
E il male afflitto è
crescente in questo duello
Davanti a noi Kiev, Kharkiv
e Odessa…
Solo distruzione è
davanti a noi e nessuna pietà
La lingua dei cannoni non
conosce la sazietà
Il bello, è stato
bruciato, Dostoevskij, confessa…
Ma voglio capire perché
tanto odio?
Urlò l’autore dell’idiota,
nessuna redenzione!
Avrà colui che progettò questa
dimensione
Di una disumanità che va
oltre ogni scoppio…
Gli uomini non imparano mai la lezione!
Che la guerra si
costruisce solo e solo…
Se ci si avvicina al
bello, “Cristo”, e non al sottosuolo
All’improvviso sentimmo l’ennesima
detonazione!
Dostoevskij, indifferente,
che decantava ancora…
In questo paese dove
regnano morte e diaspora
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