Sui cieli di Mariupol ci alzammo
su Pegaso. Sotto di noi i palazzi fumanti e la disperazione di coloro che per
un semplice ideale scelsero di combattere contro la nuova peste. E sapete
signori quale la nuova peste? Evidentemente in un mare di bugie la verità
compare ed è come un raggio di sole. Essa è fuggente perché gli uomini non ascoltano
la ragione ma seguono gli inganni e le illusioni che i loro detrattori
fabbricano incessantemente per loro. Agli ucraini il mio affetto più sentito,
declamò Shakespeare! Un popolo così merita di vivere in pace e in armonia con
il mondo e chi lo ha trascinato in quest’inferno non vuole assolutamente il suo
bene, ma è mosso solo dall’amor proprio e da un designo diabolico. In questo
contesto Pegaso, alla vista dell’ennesimo drone decanto: i mostri ora guidano
gli uomini, i cuori di ferro non possono provare pietà,
Le azzurrità sopra gli orrori di Mariupol- Canto di Pegaso
Ahi, i folli ideali e l’etica!
Decantò Pegaso, sopra i palazzi
fumanti
Non sento più le parole
disarmanti
Ma solo l’isteria di chi predica
La violenza ha mille forme
Persino il silenzio è complice
Quando s’alimenta la sorte infelice
Ahi la mano di chi uccide senza
lasciare orme
Quella mano ha osato fabbricare i
mostri
Poi sbirciando un drone che
bombardava ancora
Urlò: quella mano è orrenda come
il fumo che affiora
Quanti appelli non avranno i loro
riscontri!
I mostri ora guidano gli uomini
I cuori di ferro non possono provare
pietà
Ma del sangue non provano mai
sazietà
mia povera umanità! Silurata dai fulmini…
Che dire di questa maledetta età?
E Dostoevskij gli replicò: è il
sottosuolo
Meglio ora elevarsi in un magico
volo
Sembrammo per un momento senza meta
Se potessimo inventare un immenso
velo
Per coprire i disincanti con le azzurrità
del cielo
Commenti
Posta un commento