J’Accuse di venerdì 26 agosto sulle gravi accuse all’ex Presidente Donald Trump. Verità o complotto?
J’Accuse di venerdì 26 agosto sulle gravi accuse all’ex
Presidente Donald Trump. Verità o complotto?
Negli Stati Uniti, il termine
"Deep State" è stato impiegato per indicare "una lega ibrida di
elementi governativi in associazione con i poteri forti della finanza e dell’economia,
i quali sono capaci di governare il paese senza esserne legittimati tramite
un processo politico formale. Così nel contesto della Presidenza Trump le
agenzie governative di intelligence, come la CIA e l'FBI, sono state accusate dalla stessa amministrazione Trump
di tentare di contrastare i suoi obiettivi politici. E’ ben noto l’articolo
Scritto per il New York Times, dall'analista Issandr El Amani che ha messo in
guardia contro la "crescente contrapposizione tra un presidente e la sua
gerarchia burocratica". I fatti a cui abbiamo assistito due settimane sono
una continuazione di quel braccio di ferro tra un presidente che non ha mai
depositato le armi e che vuole proseguire sulla strada delle riforme: “America
fisrt”.
Dal punto di vista squisitamente
statunitense, e non si vuole assolutamente spezzare una freccia a suo favore, è
pienamente legittimo. Questa grande idea dal punto di vista Trumpiano non
poteva non avere delle conseguenze sugli equilibri interni e su quegli
internazionali: il fatto di aver favorito l’economia americana, alzato i dazi,
chiesto ai partner d’essere meno assistiti e meno agevolati, gli aveva procurato
un aumento dei consensi all’interno del paese profondo, quello dei produttori
agricoli, della piccole e medie imprese; per contro, la sua politica
protezionistica non è stata ben vista dalle multinazionali e dai governi
partner. La stessa sua idea di Nato è totalmente in antitesi con quella dell’attuale
inquilino della Casa Bianca. Trump voleva ridurre la partecipazione del suo
paese alle spese di difesa degli europei, stigmatizzando aspramente il fatto
che gli americani non possono sempre pagare per gli altri. Mentre sul piano delle
guerre mediorientali la sua politica si è contraddistinta da quella dei
democratici con il ritiro dall’accordo nucleare con L’Iran e dal riavvicinamento
all’Arabia Saudita e ad Israele.
Tutto sommato quest sua New policy, di carattere populista, in materia di difesa e d’economia
gli ha procurato l’ira e le critiche dei poteri forti: multinazionali e deep state che sono la stessa cosa. A
distanza di due anni, in un contesto internazionale caratterizzato dalla guerra
in Ucraina e dalle minacce di un conflitto nucleare, e in prossimità delle
elezioni mid term, "qualcuno" in America sta cercando d’incastrare per non dire
indebolire il presidente Trump. Strana cosa! E’ ben chiaro la natura dello
scontro: si tratta forse di una deriva autoritaria orchestrata per impedire il
ritorno di Trump e dei repubblicani alla guida del paese? Saprà Trump difendersi
da tutte le accuse? Riuscirà a ribaltare questo vento restauratore che non
ammette il dissenso e la tolleranza del diverso?
Ce lo sapremo dire quando gli
equilibri nel congresso americano saranno ribaltati a favore dei repubblicani il
prossimo autunno.
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