J’Accuse dell’11/10/2022 sul discorso del 9 novembre della Georgia Meloni della commemorazione della caduta del muro di Berlino
J’Accuse dell’11/10/2022
sul discorso del 9 novembre della Georgia Meloni della commemorazione della
caduta del muro di Berlino
Sembra che tra i nuovi riti del nuovo governo nazionale sembra assumere
quello della ricorrenza del 9 novembre quest’anno una rilevanza più strumentale
che storica, assolutamente non sentita dalla stragrande maggioranza degli
italiani. Che il nostro presidente del consiglio ci venga a parlare di Libertà - e lo fa celebrando e citando lo
stalinismo e il comunismo ed eroi come Jan Polach, che s’immolò a Praga,
capitale cecoslovacca nel 1968, a seguito dell’intervento sovietico per fermare
la sua primavera di libertà e le sue rivendicazioni di democrazia, distorcendo gli
stessi fatti storici con interpretazioni di comodo, semplicemente fuorvianti e
lacunose, questo appunto la dice lunga sulla nuova compagine ministeriale.
Senza citare nemmeno una sola parola della storia della Resistenza nazionale
contro il nazifascismmo e della stessa conquista della democrazia che le ha
consentito di arrivare al potere, facendo amnesia dell’antifascismo, del
ruolo dei partigiani, appunto comunisti e socialisti, e il loro
determinante apporto nella conquista della libertà e nella sconfitta appunto
dei nazifascisti, Georgia ha messo l’accento sulle efferate dittature comunisti
che privarono l’Europa orientale della libertà durante la guerra fredda. Bel
discorso il suo, evasivo, revisionista e miope, assolutamente di parte e privo
d’ogni proposito, nonché di una visione oggettiva e direi giusta della stessa
storia e degli eventi che la caratterizzarono. Molti osservatori hanno
qualificato tale discorso di grave e lacunoso. Grave perché distorce e svuota
quella memoria indissolubile che rappresenta il nostro riferimento valoriale
italiano e europeo; e direi di più: la nostra stessa pietra miliare nella
costruzione dello stato democratico di diritto. Lacunoso perché cita eroi come Jan
Polach, non sentiti dalla nostra memoria nazionale,- magari chi lo conosce? Chiederebbero i meno esperti- e non nomina i
partigiani e la stessa Resistenza che rappresentarono in anni bui l’unica
speranza per la riconquista della libertà. Detto questo cara Georgia vorrei
ricordarLe le stesse prevaricazioni delle dittature comunisti che lei enfatizza
tanto nei suoi discorsi sono stati commessi anche per colpa di una guerra
fredda in cui tutti non rispettavano i diritti e le libertà delle nazioni: che
si tratti dell’Europa orientale o del Sud e Centroamerica, entrambe le
superpotenze, Americani e sovietici, per consolidare la loro presenza e il
controllo dello stesso territorio a loro strategico dovettero finanziare
dittature e colpi di stato militari, non ci scordiamo delle giunte militari in
Argentina, del colpo di stato contro il presidente democraticamente eletto Salvador
Allende, in Brasile e la lista è infinita. In virtù della dottrina Monroe, le
Americhe sono il territorio dove Washington agisce senza rendere conto a
nessuno e nessuno, direi nessuno deve scordare di queste pagine sanguinose e
drammatiche. Per finire un solo spunto su Stalin: senza di lui la sconfitta della
Germania nazista avrebbe richiesto anni e anni e probabilmente il corso della
storia europea sarebbe stato ben diverso da quello che abbiamo conosciuto
finora. Quindi, i fatti interni all’Unione sovietica debbono essere
interpretati tenendo presente tutti i fattori storici, senza trascurarne
nessuno. Lo scontro tra Est e Ovest aveva determinato quell’involuzione. Oggi
con la Russia, gli scenari e i metodi sono identici e lo stesso colpo di stato
contro il presidente Viktor Janukovyč, filorusso è alla base degli squilibri e
della guerra attuale in Ucraina. La libertà, alla fine, non s’impone con le
armi ma si sceglie liberamente ed è sempre il frutto di un lungo e faticoso
processo storico.
Commenti
Posta un commento