J'Accuse del primo maggio Buona festa del primo maggio, festa di risveglio e di richiamo ai valori fondanti della civiltà del lavoro ( guerra d'Ucraina)
Buona festa del primo maggio, festa di risveglio e di richiamo ai valori fondanti della civiltà del lavoro ( guerra d'Ucraina)
Si celebra ogni primo maggio la festa del lavoro
e del progresso, ma anche di richiamo ai valori internazionalisti d'unità e di
pace tra i lavoratori. Constatiamo con rammarico il venir meno d questa stessa
unità dopo decenni di lotte politiche e operaie. Le ragioni di questo declino
dei partiti politici rappresentativi dei lavoratori e degli stessi sindacati
sono ben note: la caduta del muro di Berlino e la vittoria dei regimi
cosiddetti liberisti ha dato l'avvio ad una era di smantellamento dei diritti conquistati
dalle classi operaie in occidente. La mondializzazione selvaggia che aveva
connotato quest'ultimi decenni con la delocalizzazione delle imprese verso aree
geografiche dove il lavoro costa meno, la circolazione dei capitali, e non dei lavoratori,
sono un piccolo esempio di quella controffensiva dei capitalisti per
rinstaurare la supremazia del capitale sul lavoro e in definitiva il ritorno alla giungla
dei diritti precari e dello sfruttamento dei lavoratori. Lo abbiamo visto nel
Belpaese quel provvedimento tanto vantato, introdotto da una sinistra cosiddetta
riformista e progressista che va sotto il nome di JOB ACT. Tale riforma, sebbene essa abbia abbia adattato la legge alle esigenze di un mercato preoccupato solo a garantire il capitale, essa ha prodotto solo miserie e immani sofferenze per una classe dei lavoratori schiacciata
dalle logiche selvagge e direi persino incivili di una legittimazione dei divari sociali e delle divisioni politiche tra le masse operaie. In
verità, alla luce della grave realtà del contesto nazionale e
internazionale odierno caratterizzato dalla guerra d'Ucraina, urge un
risveglio delle masse operaie e della loro riorganizzazione in partiti e in
movimenti al fine di risollevare le loro condizioni e di dare voce alle
loro istanze dal momento che il rincaro della vita e le stesse politiche
sociali ed economiche portate dai governi nazionali, non rappresentano affatto
le loro rivendicazioni e le stesse idealità e valori che devono legarle aldilà
delle frontiere e gli interessi specifici dei nazionalismi, oggigiorni
prevalenti e portatori di mire e progetti espansionistici. Lo vediamo bene sul
palcoscenico ucraino dove si scontrano non solo due nazionalismi quali sono
russo e ucraino, ma in verità sono delle volontà espresse da poteri occulti e decisamente
estranei alla volontà dei loro popoli . La guerra d’Ucraina
rimarrà una pietra miliare dell’orrore e
della disumanità portati avanti da delle menti che non guardano in faccia ai loro
popoli, e in definitiva irrispettosi degli stessi valori democratici che vanno
urlando, ma preoccupati della sola posta in gioco in campo: le riserve minerarie, agricole
e strategiche di una terra contesa da due sistemi rivali opposti. Alle voci dell’una
e dell’altra parte che abbiano a cuore la pace e l’unità di quel mondo dei
lavoratori che dovrà rinascere per portare avanti questa stessa lotta sociale e
politica, a quel mondo civile e associativo immolato e perseguitato, perché
accusato ingiustamente di non rappresentare i valori summenzionati; e badate bene? Quali valori vuoi direte? Gli stessi valori
della guerra ad oltranza non solo contro chi si è impossessato di territori
ambiti, ma contro, paradossalmente e ritorna come un boomerang, la stessa classe operaia occidentale e mondiale, schiacciata
dai rincari e dalle speculazioni, mollata da un capitalismo oramai premuroso
solo per sé stesso e infine umiliata dalle stesse forze parlamentari che
spudoratamente dicono di rappresentarla. Oggigiorno non esiste una rete
alternativa a chi non vuole che si continua sulla stessa via intrapresa dalla
caduta del Muro di Berlino in poi ( Unipolarismo e mondializzazione, la cui regia rimane Washington... La grave crisi politica, morale e sociale
che ha investito le società occidentali ha prodotto il deserto culturale e valoriale a cui stiamo assistendo con dolore e rassegnazione. Ma spetta sempre
a chi vuole cambiare il mondo il coraggio e la necessità di abbattere l’ennesimo
muro costruito e alzato per impedire a noi di vivere in pace e di progredire. Viva la libertà, Viva la classe operaia e il primo maggio in tutto il mondo.
Commenti
Posta un commento